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Nuvole nere a Milano. E non solo

Un lettore milanese ci descrive l’aria che tira nella “capitale economica” del paese, tra fascisti in piazza, business dominante e istituzioni complici.

Queste giornate pre e post 25 aprile sono state decisamente segnate dall’ipocrisia e dalla concessione al peggio. L’apice è stato raggiunto con l’ennesima parata di saluti romani e inni nazi fascisti per le vie di Milano. Poco conta il numero degli adepti rosso bruni e camice nere riverniciate. Sono sempre troppi e pericolosi per l’ideologia che portano, per le minacce che portano e per essere pronti all’uso contro comunisti e antifascisti e classe operaia in genere.

Ma tant’è. Quasi ci siamo abituati. La parata per Ramelli è uso dei fascisti per ribadire che ci sono.

Eppure non ci dobbiamo abituare ma rispondere con la presenza in piazza e il nostro continuare a fare politica, quotidianamente a fianco alle lotte, ribadendo i giusti punti di riferimenti della Resistenza (tradita), dell’uguaglianza, libertà e giustizia sociale. Ricordando che la lotta di liberazione fu per ridarci l’autodeterminazione dall’occupante e per rilanciare la lotta di classe contro il profitto che sfruttò i regimi fascisti e nazisti contro le lotte popolari. Le risposte ci sono state. Ma, per contro altare, sono state proprio le istituzioni locali e, in particolare il sindaco Pisapia, che procedono a equiparazioni inaccettabili. L’ultima in senso cronologico e la partecipazione del sindaco alla commemorazione mattutina di Ramelli. Atto dovuto dice. Ci si chiede verso chi. Verso i camerati? Verso una pacificazione non richiesta? Perché il punto non è la morte di Ramelli. Sarebbe fin troppo facile chiedere a Pisapia: perché Ramelli si, Varalli e Zibecchi no?  E Dax?

No non ci aspettiamo da Pisapia equidistanza.  Non la vogliamo. Anzi oramai anche chi ci credeva non si aspetta più molto. La bella faccia ha mostrato il lato vero.  Ogni giorno si assiste a sfratti e politiche che di sociale non hanno nulla. E le posizioni politiche sono quelle della coalizione che lo supporta nel governo della città. Le autogiustificazioni sono il naturale comportamento che copre la totale assenza nel supporto dei lavoratori e delle famiglie. Doveva essere il cambiamento ma ha rappresentato la continuità.

E così si erge a sostegno di una pace contro gli imbecilli. E qui andiamo all’intervento fatto in consiglio comunale l’indomani del 25 aprile. Chiama imbecilli equiparando ancora lo striscione di Forza Nuova nel giorno della Festa della Liberazione con chi in piazza sosteneva la causa palestinese contro  i simboli di morte sionisti. Le iniziative antifasciste sono viste come momenti di tensione e dimentica che in Cimitero Maggiore ormai i fascisti di Lealta e azione si contrappongono al quartiere e agli antifascisti.

Milano risponde come può. Nel suo insieme la città è addormentata dalla Movida e dalle iniziative per l’Expo 2015. Per non dimenticare la cementificazione e lo scempio quotidiano. Quartieri sempre più poveri contrapposti a quartieri sempre più ricchi. Case popolari contro grattacieli e boschi verticali.

Tante le iniziative in questi giorni. Contro i fascisti. Contro i sionisti. Contro l’equidistanza delle istituzioni. Lo stesso 25 aprile la stragrande maggioranza del corteo portava i valori della lotta: contro la Tav, contro il Jobs act, l’imperialismo, contro il massacro dei palestinesi.

Ci si prova tutti i giorni. Ci proveremo anche domani. Sappiamo che le nuvole nere a Milano le portano i fascisti. Ma anche chi volutamente dimentica la storia, fa finta che tutto sia passato e sia tutto uguale e giorno dopo giorno concede spazi a tutto ciò che non serve ai lavoratori, alle loro lotte e alle loro conquiste compreso i valori del 25 aprile.

Giosta

Qui sotto la risposta della Milano antifascista


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