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Blitz dell’Usb al Senato. Bloccati i lavori. “Non votate il decreto della precarietà”

No alla precarietà a vita, ai regali alle aziende, alle bugie elettorali: con questi slogan alcuni attivisti dell’Unione Sindacale di Base hanno fatto irruzione nell’aula del Senato, dove è in corso la discussione sul decreto lavoro mentre altri lavoratori e sindacalisti bloccavano Corso Rinascimento. 

La seduta è stata sospesa dal presidente mentre intanto, sotto Palazzo Madama, centinaia di delegate e delegati, presenti al presidio convocato dall’USB, stanno bloccando il traffico su Corso del Rinascimento al grido di “NON VOTATELO!”. 

“Le forze all’interno della maggioranza di governo ha dato uno spettacolo squallido e offensivo, facendo a gara a chi riusciva a peggiorare il testo del decreto – attacca Fabrizio Tomaselli dell’Esecutivo Nazionale USB –  ed è assurdo che tranne i Senatori del Movimento 5 Stelle nessuna altra forza politica sia venuta qui ad ascoltare cosa chiedono i lavoratori”. Ma per Tomaselli le responsabilità sono anche dei sindacati complici: “Non meno ipocriti sono Cgil e Cisl, con la Uil che è addirittura d’accordo col decreto, che oggi fanno finta di tuonare contro la precarietà, sperando che i lavoratori dimentichino che per decenni hanno approvato ed accompagnato le peggiori leggi sul lavoro e hanno sottoscritto i peggiori accordi e contratti con i padroni”.

In effetti, i senatori del M5S si sono alzati in piedi durante il volantinaggio dal loggione, gridando a loro volta “non votate questo decreto!”. Dopo di che hanno abbandonato l’aula per protesta. La vicepresidente di turno, Linda Lanzillotta, ha sospeso la seduta mentre PierPaolo Leonardi e Emidia Papi, dell’esecutivo Usb, venivano fermati dagli agenti, condotti nell’ufficio di polizia interno al Senato e identificati in attesa della decisione di far seguire una denuncia o meno.

La polizia ha schierato i blindati lungo Corso Rinascimento per impedire che lavoratori e delegati – in presidio a piazza delle Cinque Lune – si avvicinassero troppo all’ingresso del Senato. Solo quando i due dirigenti sono stati rilasciati il presidio è stato tolto.

Stavolta le agenzie di stampa non hanno potuto fare a meno di “notare” la protesta. Eccone un campione:

“Il Jobs Act rafforza la schiavitù del lavoro”. È l’accusa lanciata dal presidio dell’Usb, Unione dei sindacati di base, che protesta davanti al Senato per chiedere ai parlamentari di non votare il Decreto Poletti su contratti a tempo determinato e apprendistato. Sia che vinca la versione ‘soft’ uscita dalla Camera, sia che passi quella ‘hard’ richiesta dal centro destra, si legge in un volantino dell’Usb, “i padroni avranno in mano uno strumento formidabile per rendere chiunque si affacci al lavoro ricattabile, licenziabile a vista e senza possibilità di pretendere alcun diritto”. 

Il video: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2014/05/06/dl-lavoro-seduta-sospesa-in-senato-usb-da-tribune-lanciano-volantini-testo-vergognoso/277820/

“La ricetta ‘più flessibilità, maggiore occupazione’ ci ha già portato ad una disoccupazione del 12,7%, ai livelli del 1977, e quella giovanile alla percentuale record del 42,7%”, attacca Pierpaolo Leonardi dell’esecutivo nazionale Usb, che vede le politiche del governo Renzi in “perfetta continuita”‘ con quelle dell’esecutivo Monti.

Al presidio arriva la solidarietà della senatrice Cinque stelle Nunzia Catalfo. Catalfo osserva come “il decreto aumentando la flessibilità senza aumentare la sicurezza fa crescere la precarietà e questo non serve né ai lavoratori né alle aziende”. “Le imprese avranno un piccolo aumento di produttività – aggiunge – ma siccome diminuirà il reddito dei lavoratori, chi comprerà i loro prodotti?”

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