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Torino. Sabato in piazza per i No Tav sotto processo, ma non solo

Mercoledi 14 maggio a Torino si aprirà il processo a carico di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, quattro attivisti No Tav in carcere da mesi accusati di terrorismo per il….. sabotaggio di un compressore (!). E’ evidente come in realtà, attraverso l’accusa di terrorismo contro alcuni No Tav, si vogliono colpire tutte le lotte.

In previsione del processo, a Torino sabato 10 maggio (l’appuntamento è alle ore 14.00 in piazza Adriano) si svolgerà una manifestazione popolare di solidarietà con gli attivisti No Tav, perché – dicono – “chi attacca alcuni di noi, attacca tutte e tutti” e perché la campagna fondata sulle “loro bugie, i loro manganelli, le loro inchieste non ci fermano”. La manifestazione di sabato è anche un appello a resistere allo spreco delle risorse, alla  devastazione del territorio, alla rapina sui  salari, le  pensioni e la  sanità.

A Torino l’aria continua ad essere pesante. Il vergognoso scenario delle ripetute cariche della polizia alla manifestazione del 1 Maggio contro i manifestanti che contestavano un esponente del Pd particolarmente accanito contro i No Tav, sta avendo una coda velenosa e preoccupante. E’ di questi giorni l’invocazione alle autorità del segretario regionale del Pd, Davide Gariglio, a chiudere i centri sociali poiché – a suo dire – “questi luoghi sono al di fuori delle regole della democrazia e vanno colpiti”. Un linguaggio che evoca i momenti peggiori della logica dell’emergenza quando il Pci del compromesso storico invocava il Ministero degli Interni (quello di Cossiga) a chiudere i “covi dell’eversione”. Cosa che effettivamente avvenne anche a Torino dove fu chiuso il circolo Cangaceiros, e a Roma dove furono chiuse le sedi del collettivo di via dei Volsci e del collettivo Monteverde. Un ritorno al passato ma con la medesima logica: tappare la bocca e togliere agibilità a chi si oppone alle misure antipopolari dei governi. Un altro ritorno al passato – sia quello più remoto del ventennio fascista – sia a quello degli anni dell’emergenza è il ricorso a misure restrittive come il divieto di soggiorno per alcuni attivisti. E’ accaduto a Claudio, un attivista No Tav impegnato contro il Terzo Valico del medesimo devastante progetto che sta distruggendo la Val di Susa. Il Pubblico Ministero che segue l’inchiesta, basandosi sulla relazione a dir poco fantasiosa redatta dai Carabinieri di Novi Ligure, ha richiesto al Giudice per le Indagini Preliminari l’applicazione della misura cautelare del divieto di dimora (e transito) dell’attivista No Tav nel territorio dei Comuni di Arquata Scrivia, Serravalle Scrivia, Novi Ligure, Pozzolo Formigaro, Gavi, Carrosio, Voltaggio e Fraconalto. Praticamente tutti i Comuni direttamente interessati dai cantieri del Terzo Valico, compresa Arquata dove ancora oggi vivono i suoi genitori.

Sabato 10 maggio a Torino sarà, giustamente, una manifestazione popolare di solidarietà con gli attivisti No Tav oggetto di una persecuzione giudiziaria inaccettabile ma sarà anche il segnale che uno Stato non può violare impunemente o con la forza la resistenza della gente contro operazioni devastanti e antipopolari. E’ una partita importante di tutti e per tutti quella che si sta giocando a Torino e in Val di Susa.

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