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Torino, Grillo. Una piazza, tre applausi

Oggi a Torino si è tenuto il comizio del Movimento 5 stelle per le elezioni europee e regionali. Non c’è molto da dire su discorsi dei candidati e di Grillo in persona, sui quali si può leggere sui loro blog, profili, ecc.

Ogni comizio è più o meno una sintesi di quanto un’organizzazione politica va dicendo in giro per le piazze, le tv, i social network, i giornali. Tuttavia, ogni comizio è una particolare articolazione di un discorso politico rivolto a una piazza situata, cioè che ha una sua storia e una sua particolare posizione sociale da cui vive l’attuale crisi. Per questo motivo le parole, i riferimenti alle questioni e i simboli utilizzati per i comizi non sono indifferenti. Capire come risponde una piazza a tali segnali significa cogliere anche quali sono gli umori, i punti vivi e le idealità che agitano spezzoni di questa decomposta società che cerca una sua identità anche politica. Farlo, prendendo ciò che è successo oggi in una strabordante piazza Castello, può forse essere di qualche utilità.

Torino è la “città” dei No Tav, lo dimostra l’affollatissima prova di solidarietà dimostrata il 10 maggio ai quattro compagni No Tav arrestati (senza che con ciò si voglia negare la portata nazionale della lotta No Tav). È noto l’impegno del Movimento 5 stelle contro il TAV e le grandi e inutili opere. Di conseguenza non può stupire che le uniche due bandiere presenti sul palco siano quelle del Movimento e quella dei No Tav. Non è solo captatio benevolentiae, si capisce, se anche Alberto Perino può parlare dal palco e rivendicare che, se Claudio, Niccolò, Mattia e Chiara sono terroristi, allora «anche noi siamo tutti terroristi». Parole non leggere di questi tempi, certo, e oggi legittimate più che mai dalla sentenza della Cassazione che smentisce la Procura di Torino, ma parole che hanno raccolto uno dei più caldi applausi della piazza.

Un altro riferimento, non certo scontato, è stato offerto dalle parole di una esponente del movimento che ha citato un recente articolo di Micromega, secondo il quale il Movimento 5 stelle sarebbe in Italia l’unico erede della questione morale posta decenni or sono da Enrico Berlinguer. Anche in questo caso gli applausi e le ovazioni sono stati intensi e sentiti. È difficile pensare al solito rigurgito anti casta. Qui si va oltre e si trova un riferimento storico e ideale che forse difficilmente si coglie in una città del sud Italia. Segno forse che una parte di quell’elettorato di sinistra che non si riconosce più nel PD ha ancora a cuore qualcosa che riporta la storia a una Torino precedente l’89.

Un ultimo applauso di questa natura è stato rivolto a una battuta di Grillo su Schulz, il quale qualche giorno fa aveva dato dello Stalin al portavoce del Movimento: «Schulz, lui che è tedesco, dimentica che senza Stalin avrebbe una svastica sulla fronte». Al di là della battuta efficace e su cui non ci sarebbe nulla da obiettare (anche perché si tratta di una verità storica di cui, a “sinistra”, molti si dimenticano), ciò che non era prevedibile è stato l’applauso e il consenso generale della piazza, che non è stato tale, ad esempio, quando Grillo, sempre con la sua solita ironia un po’ futurista (“questo lo dico per Rete 4”) si è definito “oltre Hitler”.

Questi non sono certo stati gli unici applausi della piazza ma, se l’angolo di osservazione non ci ha ingannati, sono stati quelli più sentiti.

Che il Movimento 5 stelle si dichiari oltre la destra e la sinistra è un fatto noto, così come lo è l’accostamento disinvolto di argomenti di destra (il protezionismo, il feticcio della meritocrazia, la vicinanza alla polizia e alla Digos, l’opposizione allo Ius soli, l’astio nei confronti dei dipendenti pubblici) con alcuni di sinistra (sanità pubblica, lotta al consumo del suolo e alle grandi opere, fino allo spurio reddito di cittadinanza), senza il quale questo movimento non potrebbe cogliere consensi elettorali così elevati al tempo della scomposizione di classe della società. Ma ciò non dovrebbe farci confondere ciò che tale Movimento dichiara con quello a cui la piazza, o una almeno, reagisce.

 

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1 Commento


  • Nicola

    Non sono un “compagno”, leggo spesso molti vostri articoli e di alcuni ne condivido il contenuto.
    Un sincero apprezzamento per aver colto lo spirito degl “applausi” e per aver riportato fedelmente la battuta su hitler, cosa travisata ad usum delphini dai vostri “cugini” dell’Unità ed altri pennivendoli di regime.

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