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Roma. L’Acea non sia complice dei ladri d’acqua dei palestinesi

La piazza del Campidoglio ieri nel primo pomeriggio si è animata con la presenza degli attivisti dei Comitati per l’acqua pubblica e della solidarietà con il popolo palestinese. L’appuntamento era statoconvocato per consegnare le quasi 7mila firme raccolte su una petizione che chiede al Comune di Roma (azionista di maggioranza dell’Acea) di non rendersi complice del furto d’acqua palestinese portato avanti dall’azienda israeliana Mekorot con cui l’Acea ha siglato un accordo economico. Il 2 dicembre 2013, infatti, durante il vertice Italia-Israele, l’Acea, principale operatore italiano nel settore idrico, e la Mekorot, società idrica nazionale di Israele, hanno sottoscritto un Memorandum d’intesa. L’accordo prevede la collaborazione nel settore delle risorse idriche con lo scambio di esperienze e competenze. L’esperienza che la Mekorot ha maturato, però, è fatta di gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani. Come documentato nel rapporto dell’organizzazione palestinese per i diritti umani, Al Haq, la Mekorot sottrae acqua illegalmente dalle falde palestinesi, provocando il prosciugamento delle risorse idriche, per poi fornire l’acqua saccheggiata alle colonie israeliane in Cisgiordania e a Gerusalemme est occupate.

Dopo la consegna delle firme avvenuta ieri in Campidoglio, la mobilitazione per la disdetta dell’accordo tra Acea e Mekorot continua la prossima settimana. L’appuntamento è giovedi 5 giugno alle ore 10.00, in occasione dell’Assemblea degli azionisti ACEA, si terrà un presidio davanti al Centro Congressi “La Fornace” presso la centrale Tor di Valle, in Via dell’Equitazione n. 32.

Qui di seguito un reportage fotografico della mobilitazione di ieri pomeriggio in Campidoglio.

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