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‘Ndrangheta, procura e Stampa… tutti contro i No Tav

Tav uguale mafia, avevano detto subito gli attivisti No Tav della ValSusa, così come quelli di Firenze, qualche anno dopo. Era una facile previsione, visti i precedenti in fatto di “grandi opere” e grandi appalti con soldi pubblici.

Nonostante questa facile previsione, la procura di Torino – in mano a Giancarlo Caselli, non a qualcuno che non sapesse niente di mafia o ‘ndrangheta – ha preferito concentrare la sua attenzione sugli oppositori alla grande opera, il Movimento No Tav. Fino a “creare” l’aggravante di “terrorismo” per fatti che in tutta Italia sarebbero considerati “reati bagatellari”; roba al massimo per una multa…

Ora l’inchiesta denominata “San Michele” sembra rimettere il mondo con i piedi per terra. I mafiosi impegnati nel guidare alcune delle società impegnate nei lavori sono sotto inchiesta o arrestati, le intecettazioni vengono pubblicate. Però ancora non abbiamo sentito un Esposito (Pd locale), un Numa o un Caselli scusarsi con gli attivisti per essersi espressi nei loro confronti con toni non troppo dissimili da quelli che si possono leggere nelle telefonate tra i mafiosi.

Quel “giriamo l’escavatore e passiamo sopra i No Tav” resterà nei secoli come il certificato di infamia per chi ha voluto e vuole a tutti i costi che il “sistema Tav” andasse avanti. A questa gente avete fatto ponti d’oro in nome della £credibilità dello stato”.

A voi le intercettazioni per come vengono riportate da Roberto Galullo nel suo blog “Guardi e ladri”, addirittura su IlSole24Ore…

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Tav e cosche/ 1 L’operazione San Michele mette un dito sulla piaga delle cave che, utilizzate a fini criminali, diventano miniere d’oro

Cominciamo col fare chiarezza: secondo la Dda di Torino la ‘ndrangheta che corre sul binario “Torino-Crotone” a papparsi alcuni (ripeto: alcuni, non tutti!) i lavori della Tav non c’è riuscita. Così sgombriamo subito il campo dagli equivoci e dagli allarmismi. Merito proprio della Procura della Repubblica di Torino (i pm dell’indagine sono Roberto Sparagna e Antonio Smeriglio) che, con l’operazione San Michele, condotta dai Ros dei Carabinieri, due giorni fa, ha inferto un durissimo colpo ad una presunta associazione ‘ndranghetista che, oltre alle solite attività, cercava di inquinare gli ambienti politici (come se non fossero già inquinati di loro!) e tentava, appunto, di accaparrarsi commesse in occasione dell’apertura dei cantieri della Tav. Questo è quanto sostiene l’accusa. Lo dico e lo riscrivo sempre perché la presunzione d’innocenza fino a sentenza passata in giudicato è un cardine della nostra democrazia

La presunta associazione (come vedete nomi e cognomi degli indagati e degli arrestati, del resto reperibili su centinaia di siti, non mi interessano perché voglio andare come sempre al sodo, vale a dire all’analisi dei fenomeni evolutivi delle mafie) avrebbe fatto perno su San Mauro Marchesato, paese del Crotonese del quale ignoravo persino l’esistenza. Ebbene lì sarebbe addirittura attiva, secondo la ricostruzione degli inquirenti, una ‘ndrina dipendente dalle cosche di Cutro.

Nulla di nuovo: autonomia sì ma indipendenza no.

Ebbene, dicevamo, gli appetiti della criminalità organizzata non sarebbe stata saziata, nonostante le spacconate di uno degli indagati che al telefono con un sodale diceva: « … e ricordati queste parole… che ce la mangiamo io e te la torta dell’alta velocita’… ma loro non devono rompermi il cazzo/…». Tipini fini…

In tutta onestà bisogna comunque dire che, ad un certo punto gli inquirenti scrivono (e il Gip Elisabetta Chinaglia sottoscrive) che alcune imprese di un presunto affiliato alla ‘ndrangheta, per le quali non andrà a buon fine nel consorzio Valsusa, beh, forse qualche lavoretto lo hanno già svolto. Roba di poco conto, comunque e nessuna prova di disegno o profitto criminale.

Al netto di questo analizziamo un primo fenomeno che emerge da questa operazione alla quale dedicherò ben più di un servizio.

Bene, il primo fenomeno da analizzare è quello delle cave che, come da sempre denuncia Legambiente, sono un elemento sensibilissimo nella filiera criminale delle mafie (ne sanno qualcosa in Campania).

Ebbene nell’ordinanza si legge dell’«l’interesse strategico del gruppo che intravedeva nella gestione della cava l’occasione per infiltrarsi nei lavori di realizzazione della linea ad alta velocità Torino – Lione c.d. Tav. Come si vedrà, infatti, le intenzioni degli indagati vertevano sull’utilizzo della cava come deposito di rifiuti speciali per le ditte “amiche” che avrebbero lavorato nella Tav nonché come luogo per la frantumazione dei rifiuti già presenti sul posto o comunque acquisiti, da reimpiegare (senza alcun controllo e bonifica, oltre che in assenza di autorizzazione) nei lavori della Tav».

Più avanti si leggeranno, a proposito delle indebite pressioni che porteranno il sodalizio a gestire la cava con annesso impianto di produzione di bitume al confine tra i comuni piemontesi di Chiusa San Michele e Sant’Ambrogio anche dopo la scadenza del contratto, avendo ottenuto la proroga dello stesso, le ragioni per le quali una cava può stare tanto a cuore.

Innanzitutto perché, come detto sopra, la cava può diventare il deposito di rifiuti speciali per le ditte “amiche” che lavoreranno nella Tav. Sempre in alcuni Roberto Galullo

dialoghi intercettati tra sodali, si sente questo scambio di battute: «… adesso parte a giugno parte la prima trivella … e dobbiamo iniziare a capire che tra Rondissone… tra… che si prende tutto lo smarino… e… e una parte noi… e una parte i… dobbiamo pulire la Valle (di Susa ndr) dello smarino… e i soldi devono arrivare nei buchi… e i buchi ce ne abbiamo uno anche noi…»

II termine “smarino” indica il materiale roccioso generato da trivellazione. Il materiale previsto per la Tav viene quantificato in circa 15 milioni di metri cubi che, come riportato nella deliberazione della Giunta regionale 29 aprile 2011 n.18-1954, è previsto venga trasportato in siti di stoccaggio (alcuni individuati ed altri ancora da individuare) nella provincia di Torino. Parte dello smarino, previe analisi e classificazione potrà essere riutilizzato per la composizione di aggregati, mentre la restante parte, contenente sostanze nocive dovrà essere conferita in discariche autorizzate.

Circa l’utilizzo del sito per la frantumazione dei rifiuti già presenti sul posto, da reimpiegare (senza alcun controllo e bonifica, oltre che in assenza di autorizzazione) nei lavori della Tav, facendo riferimento al cumulo di rifiuti presenti sul sito i due soliti commentano nel modo in cui segue:

S: e quella porcheria… che c’è fuori. Troveremo un sistema un po’ come portarla via… T:…ma non scherzare! che la frantumiamo… adesso., ci stiamo battendo con il Comune che forse nel marasma della Tav… ce la fanno frantumare e la infiliamo nel misto cementato… ma minchia ma lì è un business che non finisce più … 20.000 metri cubi già… già è lì come materiale… ma stai scherzando! e il mio… il mio scovo era frantumare e fare mistocementato…Insomma, più che cave…miniere d’oro!

Ora mi fermo, domani torno con un nuovo appuntamento

 

Tav e cosche/ 2 Ci sono i “No Tav” che “rompono” nei cantieri? Fa nulla: basta salire sull’escavatore e schiacciarli!

Cari lettori, da ieri sto trattando dell’operazione San Michele con la quale, tre giorni fa la Dda di Torino (indagine condotta dai pm Roberto Sparagna e Antonio Smeriglio) con il supporto dei Ros dei Carabinieri hanno smantellato una presunta cellula di ‘ndrangheta che operava sull’asse con San Mauro Marchesato (Crotone) e che voleva tra le altre cose, secondo le accuse e la ricostruzione, “papparsi” alcuni lavori della Tav. Mica tutti, alcuni ma sostanziosi. Compito non riuscito, come abbiamo visto ieri (http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2014/07/03/tav-e-cosche-1-loperazione-san-michele-mette-un-dito-sulla-piaga-delle-cave-che-utilizzate-a-fini-criminali-diventano-miniere-doro/).

Un aspetto particolare di questa operazione (la prossima settimana daremo conto di altre analisi) è il fatto che i sodali di questa presunta associazione mafiosa (la presunzione d’innocenza, lo ricordo sempre, vale fino a eventuale passaggio in giudicato della sentenza) non si fermava di fronte a nulla in vista dei lavori che, porcaccia la miseria, dovevano partire ma non partivano mai. Meglio, comunque, farsi trovare pronti. E così figuriamoci sei quattro sbrindellati dei movimenti “no tav” (lo dico ironicamente) potevano intimorire questa manciata di calabro-piemontesi pronti a tutto.

E così, “schiacciare” (voglio sperare metaforicamente) quanti si fossero intromessi nei lavori nei cantieri non avrebbe certo rappresentato un problema. Leggete questo dialogo registrato dagli investigatori il 23 maggio 2011 tra due indagati (che chiameremo A e B).

LA TELEFONATA

A: quindi sono due gare che interessano alla… al Consorzio., quindi le faremo tutte e due… ehhh domani sera c’è l’Associazione… c’è… alle 9 in Piazza a Sant’Antonino… domani sera c’è ehhh diciamo l’Assemblea…

B: oggi parlavano che … ieri hanno fatto un pò di bordello gli operai… che ci sono operai…

A: hanno paura no!… di andare lì… a fare il lavoro… ma si! mi viene da ridere va!… mi viene da ridere… mi viene da ridere se inizi a fare qualche lavoro… ma infatti il Consorzio nasce per… nascondersi dietro il Consorzio no!… voglio dire… vince…. vince la gara il Consorzio… e chi cazzo!…. a me mi ha chiamato il Consorzio… se arrivano i Notav… con l’escavatore… ci giriamo ne becchiamo qualcuno!

B: eheheheh (risata)

A: che cazzo! stiamo lavorando! non è che!…. spostatevi che dobbiamo lavorare!… con rullo gli vado add…. cioè salgo io sul rullo ehhh accelero! che cazzo!…. devo rullare!… se non ti togli ti ti devo…ma ormai

B: ti schiaccio! ma no!… ma che dobbiamo fare la guerra!… ma vaaaa

Sino no… ma parlava ade… ma parlavano gli operai di… omissis … gli operai di …omissis… che sono un po’… tirati su le maniche… non so come cazzo si diceva lì… che forse prenderanno…. perché anche loro… avanzavano gli stipendi a…omissis…che…

A: non li ha pagati?!?

B: non erano pagati fino adesso… allora… e grazie a sto lavoro

A: può essere… perché un mese fa… ho sentito che era in difficoltà… può essere che non li ha pagati… sai

B: ed erano 65 operai… che aveva a Susa… non so… l’ho guardato su i giornali… lo diceva il telegiornale… l’ho sentito quando viaggiamo… sempre all’ultimo momento…

A: si si ma può essere che non li ha pagati…

B: va bene

A: ehhh ognuno ha i suoi problemi… io non ho sto problema

B: domani… domani… ci sentiamo… domani tanto ci sentiamo…qualche novità c’è… riguardo uno…riguardo l’altro…l’avvocato mi dirà qualcosa per domani.

Per oggi concludo qui, tra un rullo che accelera per “schiacciare” i “no tav” e un impresa che non riesce a pagare i suoi operai. Non c’è che dire, l’Italia è un Paese per le persone oneste.

Buon fine settimana e alla prossima settimana con altri servizi sull’operazione San Michele.

 

 

 

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