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Amianto all’Olivetti. Indagati i De Benedetti, Passera e Colaninno

Anche all’Olivetti c’era una marea di amianto. E anche i manager che l’hanno gestita – portandola infine al fallimento – lo sapevano benissimo.

La procura di Ivrea – sede storica del gruppo fondato dal mitico Adriano – sta notificando oggi i provvedimenti contenenti l’avviso di chiusura indagini per i 39 indagati dell’inchiesta sulle morti avvenute proprio a causa dell’amianto alla Olivetti.

Fra gli indagati – tutti nomi di spicco della ”imprenditoria italiana” c’è l’intera famiglia De Benedetti, oggi proprietaria del gruppo Repubblica-L’Espresso, con il capostipite Carlo detentore anche della tessera numero uno del Partito Democratico.

Le accuse della procura sono decisamente pesanti: i dirigenti sapevano che nella fabbrica negli anni ’70 e ’80 si utilizzava un talco tossico con un’altissima concentrazione di tremolite (un minerale del gruppo degli anfiboli monoclini; inosilicato di calcio e magnesio), ma non hanno adottato nessuna “misura di sicurezza” che consentisse agli operai che l’usavano di proteggersi e limitare così i danni. Troppo costose, avranno pensato, mica vorrete limitare la “libertà di impresa”, salassandola soltanto per salvare qualche vita umana…
I morti accertati a causa di questo componente sono 18. Solo nel 1981 l’azienda si decise a cambiare il tipo di talco impiegato, ma ormai era tardi.
Fra i destinatari del provvedimento compaiono anche i nomi di Camillo Olivetti e Roberto Colaninno (poi protagonista delle avventurose “privatizzazioni” di Telecom e Alitalia; non se n’è persa una questo “coraggioso” capitano d’industria; la definizione è naturalmente di Massimo D’Alema, che gli regalò Telecom, non certo nostra).
Carlo De Benedetti è stato amministratore delegato e presidente dell’Olivetti dal 1978 al 1996 (poi seguito dal fratello Franco, che è stato a.d. per 11 anni, fino al 1989), e dal figlio Rodolfo (consigliere di amministrazione dal 1990 al 1997).

L’ex ministro Corrado Passera – quello che come a.d. di IntesaSanPaolo aveva curato la vendita di Alitalia alla “cordata italiana” voluta da Berlusconi – è invece stato consigliere di amministrazione dell’Olivetti dal 1990 al 1992, diventandone poi amministratore delegato fino al 1996. Oggi vorrebbe fondare un movimento politico per riunificare il centrodestra. Non ha ancora finito di intossicare il paese, non soltanto Ivrea…
Il prode Colaninno ha ricoperto la stessa carica a partire dal 1996.

Una bella “compagnia di giro”, non c’è che dire. Certamente le “facce più presentabili” dell’imprenditoria italiana… il che getta una luce alquanto sinistra sulle altre. 

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