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Lista Tsipras. Gli europarlamentari piegano la testa con Israele

Abbiamo ricevuto una nota degli europarlamentari della Lista Tsipras che merita una doverosa replica. Qui di seguito il loro comunicato:

TSIPRAS: RITIRO DELLA CANDIDATURA DI ALAA ABDEL FATTAH AL PREMIO SAKHAROV 2014

Alla luce delle allarmanti e violente dichiarazioni del candidato Alaa Abdel Fattah, il Gue e noi parlamentari italiani della Lista Tsipras ritiriamo la sua candidatura al Premio Sakharov per la libertà di pensiero, avanzata a suo tempo dal gruppo Gue-Ngl (Sinistra Unitaria Europea – Sinistra Verde Nordica) al quale apparteniamo.
L’attivista e blogger egiziano, considerato tra le anime della rivolta di piazza Tahrir, incarcerato quattro volte dai diversi governi che si sono succeduti in Egitto, è stato ritenuto meritevole del premio Sakharov per il suo impegno nella difesa della libertà d’espressione. Tuttavia una sua affermazione, resa nota nei giorni scorsi dal quotidiano israeliano “The Times of Israel”, impone il ritiro della candidatura.
In un tweet del novembre 2012, di cui il giornale ha pubblicato lo screenshot, Alaa Abdel Fattah ha scritto, a proposito della questione palestinese: “C’è un buon numero di israeliani che è necessario uccidere, e a quel punto il problema sarà risolto”.
Si tratta di una frase inaccettabile e senza appello, espressa in inglese e dunque non soggetta a errori di traduzione.

Barbara Spinelli, Eleonora Forenza e Curzio Maltese

L’Altra Europa con Tsipras

Dunque è bastato questo e la consueta campagna demonizzatrice degli apparati ideologici di stato israeliani per imporre una repentina marcia indietro degli europarlamentari della Lista Tsipras su una loro proposta avanzata solo due giorni prima.

Diciamo subito che non vorremmo mai essere tra i vincitori del Premio Sacharov per quello che rappresenta e per come è nato, ma il fatto che dopo aver candidato un dissidente politico egiziano al premio sia sufficiente il solito giochetto degli apparati israeliani per ritirarla, è un segnale di subalternità che fa impressione.

La campagna israeliana contro la candidatura di Abdel Fattah era cominciata da pochi giorni anche sui giornali italiani come il solito Pigi Battista sul Corriere della Sera, il Giornale, Libero etc.. Non poteva mancare l’Osservatorio sull’antisemismo (che continua a negare che anche gli arabi sono semiti ndr) che, riprendendo l’articolo di Pigi Battista, ha scritto: “Quale la soluzione del blogger per i conflitti in Medio Oriente? Questa: «Israele deve finire». Ecco, con un pedigree così sarebbe scandaloso che il nome del blogger egiziano possa essere associato a quello di Sacharov. La lista Tsipras non ha cominciato nel modo più brillante la sua azione in Parlamento. Una buona occasione per ammettere lo scivolone e riscattarsi”. Detto? Fatto!!

Su quanto accade in Medio Oriente e in Palestina soprattutto, si continua a giocare alle anime belle, come se fosse un dibattito tra opinioni diverse ma poi si piega sistematicamente le testa di fronte ai diktat israeliani. Un atteggiamento questo niente affatto condiviso dalle migliaia di persone che sono scese in piazza a Roma sabato 27 settembre per la Palestina e che hanno affermato l’esatto contrario.

In questi anni gli apparati israeliani hanno prodotto decine di operazioni disinformative come quella che in questa occasione vede oggetto Alaa Abdel Fattah. Che queste siano sufficienti a tenere già sotto botta i rappresentanti della sinistra europea è un pessimo segnale.

Cari europarlamentari, cambiate pure le vostre posizioni e abbassate la testa, ma non in nostro nome.

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