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Il “cucù” di Renzi sull’art.18. Chiudere in diretta nel vertice europeo

Renzi ha fretta, come al solito. Vuole chiudere la partita su Jobs Act e abolizione dell’art.18 passando anche sopra le misere “mediazioni” annunciate nella direzione del Pd per disgregare la pattuglia dei dissidenti. Il suo obiettivo è quello di arrivare mercoledi, al vertice europeo di Milano, con l’ambizione di annunciare in diretta durante i lavori del vertice che la “sua” legge sul lavoro è stata approvata dal Senato. E’ una mutuazione del “cucù” di Berlusconi alla Merkel di qualche anno fa.

Il retroscena de La Repubblica di oggi fa trapelare infatti che “Il governo è orientato a mettere la fiducia sulla riforma del lavoro. Lo fa capire il ministro Giuliano Poletti quando dice “Abbiamo la necessità di un’approvazione rapida e certa” perché mercoledì, al vertice europeo sul lavoro convocato proprio dall’Italia, “deve essere chiara la volontà del governo di fare le cose”. Quindi, dopodomani la legge delega verrà approvata dal Senato con un voto su cui l’esecutivo verifica la sua tenuta complessiva”

La smania del colpo di teatro, di fare effetto sui commensali del vertice europeo di Milano, magari con un tweet che arrivi dai suoi uffici mentre sta parlando la Merkel (eccolo dunque il “cucù”), fa sì che il governo del ducetto di Pontassieve non esiti a passare come uno schiacciasassi anche sugli impegni presi con il “suo” partito e i “suoi” senatori. “Se quattro cinque votano contro poco male” sembra abbia detto Renzi. Il che conferma cosa sia il personaggio e quali siano gli interessi materiali a cui risponde. Augurarsi che i senatori del Pd mostrino la schiena dritta qualora venga posta la fiducia ha il sapore di una illusione. Lavorare affinchè il Renzi System cominci a trovare sulle questioni del lavoro resistenze più consistenti nel paese, ancora più che in aule parlamentari di nominati, è una urgenza non più rinviabile. Lo sciopero generale del 24 ottobre ne è un primo segnale, è già molto ma non è certo sufficiente.

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