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Pd-Pdl, un partito solo. No alle intercettazioni di Azzollini (Ncd)

Insieme alla stagione dell’Antimafia è finita anche “mani pulite”. La prova? Dopo nove mesi attesa rinviante la giunta per le autorizzazioni e per le le immunità del Senato ha deciso che la procura di Trani non potrà utilizzare le intercettazioni telefoniche che coinvolgono il senatore alfaniano Antonio Azzollini.

Il voto ha spaccato il Partito Democratico, con i renziani compatti a votare insieme a Forza Italia e Ncd, e la minoranza, rappresentata da Felice Casson, ex pubblico ministero nonché relatore sulla proposta di autorizzazione a procedere, costretto alle dimissioni. Tutto chiaro, insomma: c’è un solo “partito”, che applice le prescrizioni dell’Unione Europea e della Troika per quanto riguarda Costituzione, politiche economiche e di bilancio, mercato del lavoro, e nel frattempo si comporta da mafioso sulle questioni interne alla “casta”.

L’inchiesta della procura pugliese riguarda una “normale” storia di mazzette e favori intorno a lavori per il porto di Molfetta, di cui Azzollini era sindaco, per “appena” 150 milioni di euro. Nulla di clamoroso o di “eccezionale”, dunque; semplicemente, si è voluto dire alla magistratura – tutta – che “i tempi sono cambiati, ora dovete farla finita; noi siamo e ci sentiamo intoccabili”. Un vero “cambiare verso”, in direzione della vecchissima Dc andreottiana.

In Senato, dunque, la giunta si presenterà proponendo di respingere la richiesta della procura di Trani. E meno male che da venti anni votate Pd, o Sel, “per evitare che torni Berlusconi”…

 

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