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Firenze. Difendere il diritto alla salute contro i diktat della Troika europea

Oggi a Firenze è stata convocata una assemblea pubblica per il diritto alla salute promossa dal Coordinamento Toscano per la Difesa della Salute. I lavori inizieranno ore 10 presso il dopolavoro Ferrovieri di Firenze Santa Maria Novella in via Alamanni.

L’assemblea di oggi, secondo il Coordinamento regionale,  ha l’obiettivo di consolidare l’unità di tutte le specifiche mobilitazioni che si sviluppano nel territorio toscano verso una più generale lotta in difesa del diritto universale alla salute, alla cura e all’assistenza previsto dall’articolo 32 e 38 della Costituzione. Al tempo stesso intendiamo rafforzare la nostra azione contro tutte quelle politiche che anche in Toscana minano le condizioni di benessere globalmente inteso; economico, ambientale, come per esempio le grandi opere quali la costruzione di inceneritori e il sottoattraversamento TAV.

La crisi sta sconvolgendo il mondo a livello generale e nel tentativo di salvaguardare il proprio ruolo e i propri privilegi la cosiddetta troika europea impone politiche sempre più antipopolari che si riassumono nello sfruttare all’osso i lavoratori, nell’eliminare i diritti conquistati, nel devastare il pianeta e alimentare la guerra.

Le politiche di austerità europea stanno portando a dismettere ogni sistema pubblico di protezione sociale: dopo aver attaccato in questi anni scuola, trasporti, pensioni e sanità, i governi stanno trattando anche la sottoscrizione di accordi internazionali quali il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) e il TISA (Trade In Services Agreement), accordi che hanno l’obiettivo di porre sul mercato  settori della produzione e dei servizi (acqua, energia, scuola, sanità, trasporti, previdenza…).

In Italia i tagli effettuati al Sistema Sanitario Nazionale (SSN), 24 miliardi di € dal 2010 al 2014, la conferma del blocco delle assunzioni con la legge di stabilità del 2014, la riduzione di spesa sull’acquisto di beni e servizi (pulizie, sterilizzazioni, mense, e servizi esternalizzati) previsti per la copertura del “bonus Renzi”, stanno facendo pagare sempre più i costi della crisi alle fasce più deboli della popolazione e ai lavoratori.

Per i lavoratori della sanità i continui tagli al personale, il blocco dei contratti e del turnover (solo pensionamento 1 su 5 viene sostituito, non ci sono sostituzioni per maternità, part time…) hanno impedito l’adeguamento dei salari e ridotto gli organici, aumentando l’orario di lavoro con turni massacranti e aumento dei carichi di lavoro.

Le gare di appalto al massimo ribasso si ripercuotono sui lavoratori dei servizi esternalizzati  con tagli di posti di lavoro, di orario, e cassa integrazione. Le conseguenze di tutto questo sono servizi e prestazioni assistenziali sempre più inefficienti sia qualitativamente che quantitativamente, in cui i lavoratori della sanità pubblica e privata si trovano coinvolti senza volerlo nell’offrire risposte sanitarie che rispondono a logiche di bilancio e non ai bisogni del cittadino. Cittadini e lavoratori pagano di persona l’inefficienza dei servizi.

A tutto questo nell’estate scorsa si è aggiunto il nuovo Patto per la Salute, nel quale il finanziamento al Servizio Sanitario regionale non è assicurato neppure per il 2014, e i cui contenuti normativi danno un’ulteriore spinta all’abolizione dell’universalità del diritto alla salute, previsto dall’art. 32 della Costituzione.

In un momento di forte cambiamento per la Sanità Nazionale il rischio di avere un “sistema salute” a due velocità è concreto e la Regione Toscana già da tempo lo sta sperimentando. Infatti continua a praticare tagli, privatizzazioni, centralizzazioni, chiusure di servizi, distretti e piccoli ospedali addirittura attraverso Delibere di Giunta, come ad esempio la 1235, e non con un PSSIR discusso e approvato dal Consiglio regionale. La scelta della Regione Toscana di affidare consistenti fette di sanità alle strutture private e al volontariato, tramite l’accordo di collaborazione del 2013, può spingere l’utente a prestazioni consumistiche indotte da chi ne trae profitto determinando, quindi da parte della Regione, un rimborso inappropriato. 

La Regione Toscana ha iniziato dal 1997 un programma di “deospedalizzazione” che si è tradotto in pratica in una riduzione dei posti-letto negli ospedali pubblici, in particolare nei quattro nuovi ospedali di Prato, Pistoia, Lucca e Massa Carrara, abbassando a 2,5 lo standard previsto dalla legge nazionale “Balduzzi” di 3,7 p.l. per mille abitanti, senza prevedere adeguati presidi territoriali e ospedalieri per riabilitazione e post-acuto, scaricando di fatto il peso dell’assistenza socio-sanitaria sulle famiglie o costringendole a ricorrere a strutture private. Sta inoltre chiudendo o riducendo i servizi dei piccoli ospedali nelle sedi più disagiate, come la montagna Pistoiese, il Mugello, l’Amiata, la Garfagnana e la Lunigiana. Anche in questo caso senza un incremento compensatorio o addirittura con una riduzione dei servizi territoriali.

In questo contesto europeo, nazionale e regionale si è costituito nel novembre 2013 il Coordinamento Toscano per il Diritto alla Salute (CTDS), come sintesi di un percorso di lotte e mobilitazioni di realtà diverse in difesa della salute e della sanità pubblica.

Poiché il degrado della Sanità Pubblica è strettamente connesso con le direttive politiche Europee e nazionali, il CTDS ha deciso di aderire al Controsemestre Europeo, nella consapevolezza che le lotte specifiche di ogni comitato, associazione, sindacato o altro soggetto non sono sufficienti se non si inseriscono nella più generale battaglia contro il progetto dell’Unione Europea di distruggere sistematicamente il sistema di welfare continentale.

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