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Udienza blindata per deposizione di Napolitano. Solo carta e penna, niente giornalisti

Oggi i giudici della Corte d’Assise di Palermo salgono al Quirinale per raccogliere la testimonianza del capo dello Stato Giorgio Napolitano sulla trattativa tra Stato e mafia e sulla conoscenza o meno degli “indicibili accordi” di cui il consigliere giuridico del Quirinale, D’Ambrosio, poi deceduto, ha parlato nella sua lettera. Luca Cianferoni, il legale del boss mafioso Totò Riina che, in qualità di imputato aveva chiesto di poter assistere in videoconferenza alla deposizione di Napolitano, non ha lasciato trapelare quali saranno i contenuti delle sue domande al Capo dello Stato e si è detto d’accordo con la ripresa televisiva della deposizione che invece è stata negata.

Sulla vicenda è intervenuto a palle incatenate il senatore del M5S Crimi “Perché un’udienza a porte chiuse, Presidente? Se non ha nulla da nascondere potrebbe recarsi in aula, a testa alta, a deporre dai magistrati, a fare il proprio dovere di cittadino. Di cosa hai paura, Napolitano?” ha affermato il senatore M5s Vito Crim sulla sua pagina Fb. Ma sul blog di Beppe Grillo è l’autrice e regista Sabina Guzzanti – autrice del film “La Trattativa” – a prendere la parola. Alla domanda che molti hanno avanzato: che cosa c’entra Napolitano con la trattativa Stato-mafia, la Guzzanti risponde così: “In effetti Napolitano con la trattativa, in teoria non c’entra niente per quello che sappiamo noi, nel senso che Napolitano è stato coinvolto nella trattativa soltanto che è entrato a gamba tesa contro la procura di Palermo in modo tale da far pensare a tutti: “Ma che razza di modi, un Presidente della Repubblica dovrebbe essere imparziale e soprattutto dovrebbe augurarsi che si arrivi a una verità”. Invece Napolitano ha fatto un gesto gravissimo, ovvero è intervenuto sulla cassazione e sul Procuratore Nazionale Grasso per aiutare Nicola Mancino allora indagato e oggi imputato nel processo sulla trattativa Stato-Mafia”.

L’udienza e la deposizione di Napolitano saranno dunque non solo a porte chiuse ma anche blindate. Sono vietati “cellulari, computer e più in generale ogni strumento di registrazione di quanto avviene nell’udienza”, sono concessi solo carta, penna e documenti. Le disposizioni del Quirinale sono state scritte in una lettera inviata nei giorni scorsi. L’udienza dovrebbe cominciare alle 10. L’accusa sarà rappresentata anche dal procuratore Leonardo Agueci che non farà però domande al capo dello Stato. I pm, per motivi di sicurezza accederanno da un ingresso riservato ma senza scorta perchè la sicurezza sarà  garantita dai corazzieri. Non potranno avere accesso gli imputati e nemmeno i giornalisti. La Procura di Palermo, ha stilato l’elenco di domande che sottoporrà al Capo dello Stato. I quattro pubblici ministeri titolari dell’accusa – l’aggiunto Vittorio Teresi e i sostituti Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene – hanno messo tutto per iscritto.
A difendere Napolitano dai sospetti e dalle speculazioni è stato invece sabato Renzi alla Leopolda. “Quando si sentono tante menzogne nei confronti del nostro Presidente della Repubblica, credo sia doveroso che l’Italia per bene faccia sentire tutto l’affetto” ha detto Renzi chiamando l’applauso nella sala per il Capo dello Stato che fino ad oggi ha sempre sostenuto apertamente le spregiudicate operazioni del Presidente del Consiglio.

 

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