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Lo sciopero generale del 14 novembre prova a farsi “sociale”

A Roma, ieri mattina, alle Officine Zero, la coalizione di reti sociali, movimenti, sindacati di base che poco più di un mese fa hanno realizzato un primo “Strike Meeting”, hanno provato a fare il punto sulla convocazione e le modalità dello sciopero del prossimo 14 novembre. Uno sciopero che già nel suo annuncio intende essere “sociale”, ossia uno sciopero che porti dentro non solo i lavoratori contrattualizzati ma anche le frammentate e diffuse figure del lavoro precario, precarizzato, individualizzato. In questo mese gli attivisti dello Strike Meeting hanno lavorato per laboratori territoriali per lo sciopero sociale in diverse città, cercando di studiare e individuare le possibilità di generalizzare uno sciopero.

La giornata del 14 novembre verrà anticipata da un’altra giornata di mobilitazione, quella del 7 novembre contro la “Garanzia giovani”, un progetto europeo che nei fatti sta veicolando idee malsane e devastanti come quella del lavoro gratuito attraverso stage, tirocini e quant’altro. “Il 14 novembre bisogna far emergere la pluralità dei soggetti del lavoro e anche di quelli che non hanno il diritto di sciopero” sottolinea nell’apertura Francesco Raparelli. Si parla di uno sciopero di 24 ore o meglio su tutte le 24 ore che vanno dalla mezzanotte del 13 a quella del 14 con forme di mobilitazioni molteplici e articolate che non escludono appuntamenti con manifestazioni centrali.

E’ il laboratorio di Napoli ad aprire gli interventi confermando le mobilitazioni per il 14 novembre – che prevedano anche blocchi della mobilità – ma segnalando però che la giornata del 7 a Napoli sta assumendo una caratteristica particolare per la venuta di Renzi a Bagnoli e la mobilitazione che sta crescendo legata anche ai temi del Decreto Sblocca Italia che devasterà i territori. “La lotta contro lo Sblocca Italia è un altro pezzo dell’opposizione sociale al governo Renzi” spiega l’attivista napoletano.

Il laboratorio di Milano lega lo sciopero del 14 alla lotta contro il modello Expo che sta calando sull’area metropolitana milanese. L’Expo è il modello per il lavoro “volontario” e gratuito che si vorrebbe estendere ed imporre come mentalità, una sorta di “stress test” sul mercato del lavoro. Se passa e funziona, si potrebbe poi  estendere ad altri settori .  Su Milano incombe la coincidenza dello sciopero e della manifestazione convocati nei giorni scorsi dalla Fiom proprio per il 14 novembre.  Il corteo dei movimenti sociali e dei sindacati di base sarà in una piazza diversa – largo Cairoli – rispetto a quella della Fiom.

Sono poi intervenuti i laboratori di Bologna, Padova, Firenze, Bari, Pisa. “Sperimentazione” e “incrociare le lotte” sono due dei vocaboli che ricorrono spesso. In particolare Pisa sottolinea l’esperienza del Net Strike attraverso la rete e il tentativo di riprovare a mettere in campo sia la piazza digitatale che quella reale in occasione dello sciopero del 14 novembre, offrendo a quelli che non possono scioperare o fermare il proprio lavoro, degli strumenti per renderli comunque attivi e partecipi dello sciopero e delle iniziative che produrrà nel corso della giornata.

Dopo gli interventi dei laboratori si è aperta la discussione con numerosi interventi: dai sindacati di base (Cobas, Usb, Usi) alla Fiom e all’opposizione interna Cgil, dal forum per l’acqua alla rete per la conoscenza, al Laboratorio Acrobax. “Il 14 ci saranno manifestazioni in 60 città e oggi stanno discutendo dello sciopero sociale” sottolineano alcuni degli interventi.  I sindacati di base hanno confermato tutti l’indizione dello sciopero il 14 novembre  nei luoghi di lavoro e daranno quindi la copertura indispensabile. L’opposizione interna Cgil continua a chiedere alla Cgil di convocare lo sciopero generale senza aspettare dicembre e “la vigilia di Natale”. La Fiom, costretta dalla realtà e dall’arroganza del governo ad accelerare sui tempi, cerca di metterci una pezza e riempire questo buco con lo sciopero del 14 (al nord) e del 21 (al sud). Ha inviato un suo esponente a “interloquire” con l’assemblea e provare di nuovo ad essere il “soggetto generale”,  non dichiarato ma agente. Qualcuno disposto a dargli credito lo si trova sempre, anche negli ambiti di movimento.  E’ doveroso sottolineare che mobilitarsi per tornare al tavolo della concertazione, per quanto oggi sia il contrario di quello che il governo vuole fare, può anche essere l’obiettivo della Cgil, ma non certo quello dei movimenti sociali e dei sindacati conflittuali.  L’importante è che il 14 novembre, al contrario, dimostri non solo la sua capacità di estendere il conflitto e lo sciopero a settori sociali non del solo lavoro regolamentato – e in questo sta l’interesse e l’importanza della sua sperimentazione – ma che riaffermi quella indipendenza di contenuti e organizzazione che si rivela sempre decisiva.  L’assemblea ha valutato opportuno tornarsi a confrontare collettivamente domenica 7 dicembre per fare un bilancio comune del primo sciopero generale e sociale. Sarà un momento importante per la continuità del percorso.

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