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Tor Sapienza, a giocare con il fuoco ci si scotta

Mercoledi 19 novembre ci sarà una assemblea a piazza De Cupis, a Tor Sapienza.
Come prevedibile da tempo, alla fine è successo: le tensioni generate da forze politiche e gruppi neofascisti che trovano ampio spazio nel mainstream e nei salotti televisivi stanno sfociando in assalti, minacce e aggressioni. Alle parole piene di livore e rabbia contro i migranti e l’illegalità seguono raid e intimidazioni. Sta succedendo da giorni a Tor Sapienza, è successo prima a Corcolle e purtroppo succederà ancora. Succederà perché cova una rabbia legittima verso le istituzioni che scaricano da anni sulle periferie il costo sociale di politiche urbane fatte di privatizzazioni, di tagli ai servizi, di speculazione immobiliare. Succederà perché in questo paese c’è un razzismo istituzionale sostenuto da una costante retorica che individua nei migranti il nemico pubblico, mentre si lanciano allarmi continui per creare quel “moral panic” che consente di spostare l’attenzione dai problemi reali e di gestire, in maniera bipartisan,
il business che si fa sulla pelle dei migranti. La scelta di portare uno Sprar al Morandi, periferia di Tor Sapienza, dove intorno a un anello concentrico si sviluppa la più grande corte di case popolari d’Europa con migliaia di persone che vivono separate da ogni altro contesto sociale, dove c’è un altissimo tasso di abbandono scolastico e la disoccupazione giovanile è la regola, la dice lunga sul senso di irresponsabilità e inadeguatezza di chi governa a vari livelli questa città. Una città disastrata dove la gestione delle emergenze sociali è ormai da tempo, oltre che un vero e proprio affare, una questione di ordine pubblico. Dentro questa situazione Fratelli d’Italia e Casa Pound hanno deciso di scatenare una guerra tra poveri, in un disegno esplicito con la Lega Nord. Ma il problema è molto più ampio, e lo stiamo vedendo in questi giorni in maniera chiara a Milano, dove la coppia Lupi-Renzi sta scatenando, con l’art. 3 del cosiddetto Piano casa approvato a maggio, l’attacco a chi vive nelle case popolari mettendole in vendita all’asta a prezzi di mercato e minacciando di sgombero tutti coloro che sono considerati abusivi. Con l’art. 5 della stessa legge che nega la residenza e le utenze. Ancora una volta si prova a gestire la vendita del patrimonio pubblico spostando l’attenzione sul binomio illegalità/migranti per giustificare un’operazione che metterà per la strada decine di migliaia di persone,
prevalentemente italiani peraltro. Questo avviene omettendo di dire che a Milano ci sono oltre 5mila alloggi popolari chiusi e una gradutatoria di aventi diritto di circa 25mila. Anche Roma dovrà fare i conti con questa vendita e in via Morandi saranno sicuramente tantissime le famiglie in difficoltà con l’acquisto, sia perchè senza contratto che per condizioni economiche insufficienti.
È evidente che i problemi di Tor Sapienza non sono generati dalla presenza dei migranti. I residenti di questo quartiere hanno votato a sinistra e poi a destra, ma hanno solo assistito ad un peggioramento delle condizioni di vita, con le attività che chiudono, gli affitti che aumentano, le bollette sempre più care, le case che valgono meno del mutuo ancora da pagare. Per non parlare del traffico soffocante e di un trasporto pubblico sempre più carente, con continui tagli proprio alle linee di periferia.
Per questo non si può lasciare posto alle facili strumentalizzazioni di chi ha governato per cinque anni come Alemanno, o a personaggi come Borghezio, Salvini e i loro nuovi alleati di Casapound. Cadere in questa trappola sarebbe veramente dannoso, quindi dobbiamo lottare per quello di cui abbiamo bisogno e anche di più, perché per troppo tempo siamo stati in silenzio e abbiamo accettato tanti soprusi e tante tasse, senza ricevere in cambio nulla. Ci raccontano che siccome c’è la crisi non bisogna protestare, al massimo ci consentono di incazzarci con i più deboli. Siamo seri, non cadiamo nelle trappole e non corriamo dietro alle favole. Allontaniamo chi soffia sul fuoco
della discriminazione in cerca di facili consensi e stringe accordi perfino con i leghisti passati dalla secessione al tricolore, da Padania nazione e Roma Ladrona ad amici fraterni della destra nazionale.
Questi personaggi si presentano puntualmente per alimentare tensioni e mettersi in mostra come paladini dell’italianità, strumentalizzando problematiche drammatiche con il solo scopo di allargare il consenso elettorale e le proprie rendite di posizione. Ogni volta che si muovono la loro agibilità viene garantita ad ogni costo, come accaduto
ieri con la Meloni e ieri mattina con Borghezio, che si sono presentati sotto lo Sprar di via Morandi per fomentare la guerra tra poveri, mentre è stata vietata la piazza alle reti solidali e ai movimenti per un’assemblea oggi.
Ritenendo inaccettabile questo atteggiamento, rilanciamo l’appuntamento in piazza de Cupis a Tor Sapienza mercoledì 19 novembre alle ore 16.30 per un’assemblea pubblica che stiamo costruendo attraverso un confronto con il territorio e con chi vuole riportare al centro dell’attenzione le responsabilità politiche della condizione in
cui versano le periferie.
Rilanciamo l’appuntamento indetto della rete antirazzista di piazza Vittorio per oggi, in concomitanza con il corteo indetto dal Coordinamento dei comitati “apolitici” in mano a Fratelli d’Italia e Casa Pound.
Lanciamo da subito la mobilitazione permanente contro la calata provocatoria che Salvini ha dichiarato di voler fare dopo il 23 novembre, con un messaggio chiaro: chi è parte del problema qui non passa!
Riprendiamoci casa, reddito, dignità!

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