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Rom, le menzogne della stampa e la guerra di Casapound

La cronaca, si sa, può essere un’arma potentissima. Nei giorni scorsi, un inquietante pezzo del Messaggero intitolato «Roma, rom attaccano tre scuole: lanci di pietre contro gli studenti» si è propagato come un virus sui social network, arrivando a toccare la clamorosa cifra di 32mila condivisioni su Facebook. Pochi giorni il quotidiano di Caltagirone aveva sparato con analoghi effetti un’altra bufala, quella sui rom che rapiscono i bambini.
Brindisi negli uffici dei caporedattori, strette di mano, baci, abbracci e complimenti all’impavida cronista che ha “raccontato” la storia degli zingari del campo di via Cesare Lombroso che, a colpi di sassi e bottiglie, periodicamente si scagliano contro gli studenti del Liceo Classico Tacito e dell’Istituti Domizia Lucilla e Rosa Luxemburg. Scene da guerra sociale, roba potentissima per stuzzicare il senso d’indignazione facile dell’uomo comune, il vero marchio di fabbrica di questa crisi che da economica diventa crisi di nervi.

Peccato che la notizia non c’era, e buona parte di quanto descritto da quello che a Roma in molti chiamano il ‘Menzognero’ non corrispondono a verità. Gli assessori alle Politiche Sociali e alla Scuola del XIV municipio di Roma, Barbara Funari e Daniela Scocciolini hanno fatto quello che l’impavida cronista di cui sopra non ha avuto il tempo (o la voglia?) di fare: hanno incontrato i dirigenti scolastici dei due istituti, le professoresse Giuliana Mori e Ida Palladino. Scoprendo che il caso che ha fatto tanto discutere non esiste. Nella nota congiunta diffusa dopo l’incontro c’è una chiara smentita di ogni fatto riportato dal giornale ed un forte e giustificato disappunto «in relazione alle notizie pubblicate oggi dal quotidiano Il Messaggero relative al presunto attacco che alcune scuole del nostro territorio avrebbero ricevuto nei giorni scorsi. Certamente non sottovalutiamo le difficoltà della quotidiana convivenza e lavoriamo per superarle. Nei prossimi giorni metteremo in campo ogni iniziativa volta ad impedire la diffusione di ulteriori tensioni. Ci sta sicuramente a cuore la sicurezza e il futuro degli studenti delle nostre scuole, frequentate peraltro anche da alcuni giovani abitanti del campo rom».
Purtroppo però se la notizia può contare su spazi enormi in prima pagina e titoloni a nove colonne, la smentita di solito finisce nelle ultime pagine, tra la posta del cuore e le farmacie di turno. Ed intanto i link sui social network continuano a viaggiare di profilo in profilo.

Fornendo un assist micidiali ai “fascisti del terzo millennio”. Che nella mattinata di venerdì 28 novembre hanno deciso di tornare all’assalto, cavalcando l’enorme onda anomala razzista scatenata dal Messaggero. Scrivono l’Arci Solidarietà e la cooperativa Eureka, realtà attive del XIV municipio: «Oggi, di buona mattina, un gruppo di manifestanti di Casa Pound ha bloccato l’uscita del Villaggio Attrezzato di Via Cesare Lombroso, nel Municipio XIV mentre i bambini e i ragazzi del campo si apprestavano ad andare a scuola. Lo stesso è avvenuto di fronte ad alcuni plessi scolastici della zona, in cui i minori rom sono iscritti». Una intimidazione alla quale hanno partecipato un centinaio di fascistelli del terzo millennio con tanto di eloquente striscione «Stop alle violenze dei rom, alcuni italiani non si arrendono». Ma come, prima ci si lamenta – spesso a sproposito – che i rom non si integrano, e poi si minacciano i bambini che vanno a scuola?

In serata, poi, il Blocco Studentesco, il braccio studentesco di Casapound, ha diramato una nota di smentita che, però, a leggerla bene pare proprio una conferma di quanto denunciato dall’Arci e da Eureka: «La manifestazione – si legge – si è svolta davanti agli istituti, non davanti al campo rom che sfortunatamente, per miope scelta non nostra né degli studenti, dista qualche centinaio di metri». In pratica: non è colpa nostra se il campo rom è vicino alla scuola davanti alla quale stavamo facendo un “picchetto”.

Il problema però non è la polemica combattuta a colpi di comunicati per la stampa, ma il clima che ormai si è instaurato nelle periferie romane, alimentato da giornalisti e media senza scrupoli. Il vento gelido della paura che entra da sotto le porte e dagli spifferi delle finestre: l’accoppiata articolo razzista-manifestazione razzista è servita. Poi provaci un po’ a smentire, a spiegare, a fare valutazioni razionali, e vediamo in quanti ascoltano. Il Messaggero alza, Casapound schiaccia.

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