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Roma. Arresti e indagati eccellenti nel blitz contro la fascio-malavita connection

I numeri e la notizia sono clamorose ma non sorprendenti per chi conosce la ‘politica’ nella capitale. Ben ventotto persone sono state arrestate questa mattina a Roma nell’ambito di un’inchiesta sulla attività di gruppi criminali nella Capitale (in particolare della ‘ndrangheta calabrese ma anche camorra), denominata operazione “Mondo di mezzo”.
Sorprende molto relativamente che tra gli arrestati ci siano anche l’ex amministratore delegato dell’Ente Eur, il noto fascista Riccardo Mancini, l’ex amministratore delegato dell’Ama Franco Panzironi (uomo di destra e di Alemanno), c’è poi – se non è un caso di ominimia con un avvocato romano – anche Fabio Gaudenzi un fascista rimasto ferito durante una rapina alla banca di via Isacco Newton nel 1994, ed infine c’è l’ex “nero” della Banda della Magliana Massimo Carminati che controlla le attività criminali nella zona centro-nord della Capitale nel quadro del “patto a quattro” tra i diversi clan della malavita organizzata. Non sappiamo quanto sorprenderci che tra gli arresti figuri anche Luca Odevaine che fu Capo di Gabinetto di Veltroni quando era sindaco di Roma. Il fatto che sia stato arrestato e non solo indagato lo colloca tra le persone sulle quali sarebbero state rilevati indizi più gravi.

Indagati ma non arrestati anche Luca Gramazio (il capogruppo in Regione per Forza Italia), Eugenio Patanè, consigliere regionale Pd e Mirko Coratti (Pd), presidente dell’Assemblea capitolina.

Sorprende molto relativamente poi che tra i 37 indagati nell’inchiesta della Procura di Roma ci sia anche l’ex sindaco di Roma, ex Ministro dell’Agricoltura ed esponente di Fratelli d’Italia, Gianni Alemanno.
All’ex sindaco – prima Msi, poi An, poi transitato nei contenitori berlusconiani e approdato recentemente alla creatura di Giorgia Meloni – i giudici contestano il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Gli inquirenti hanno proceduto anche alla perquisizione dell’abitazione di Alemanno mentre altre perquisizioni sono state realizzate negli uffici della Regione Lazio e del Comune dove le giunte della destra “de panza e de governo” sono state al potere negli ultimi anni.
Secondo i magistrati si è in presenza di una vera holding criminale che spaziava dalla corruzione, per aggiudicarsi appalti, all’estorsione, all’usura e al riciclaggio. Un sodalizio radicato a Roma in cui una funzione centrale ruota intorno all’ex Nar ed ex Banda della Magliana Massimo Carminati. Oltre ai 28 arrestati, come scrivevamo, sono indagate altre 37 persone, alle quali la Procura di Roma contesta i reati di associazione di stampo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e altri reati.   

La Guardia di Finanza starebbe inoltre eseguendo un decreto di sequestro di beni riconducibili agli indagati, emesso dal tribunale di Roma, per un valore di circa 200 milioni di euro. Da alcune fonti emerge che l’indagine era in corso da anni (dal 2010), durante i quali sono stati accumulati riscontri e documenti che hanno fatto scattare il blitz di questa mattina, un’operazione che sembra confermare clamorosamente le denunce e le inchieste di questi tre anni portate avanti anche del nostro giornale sulle strette connessioni tra fascisti, malavita e gruppi mafiosi a Roma. Connessioni che hanno goduto anche di facilitazioni bipartizan durante le giunte guidate dal centro-sinistra, quando i costruttori, palazzinari e affaristi di ogni risma hanno avuto mano libera sulla Capitale.

Vedi le inchieste di questi anni su Contropiano:

Arresti per mafia e corruzione. Ancora una volta spunta un fascista

Fascisti e malavita. Nuove conferme

Il lavoro sporco dei fascisti del terzo millennio

Piste nere nella guerra di mala

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