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SOS foresta di Capocotta: tagliate migliaia di querce secolari

Ancor prima che le ruspe iniziassero a devastare il Parco di Decima-Malafede per la costruzione dell’inutile grande opera dell’autostrada a pedaggio A12-Roma-Latina, la speculazione ha già allungato i suoi tentacoli.

Lo stridio delle motoseghe da ieri sta sostituendo il canto degli uccelli già in nidificazione. Stanno distruggendo una delle aree più preziose dell’agro romano, dal punto di vista paesaggistico e naturalistico. Ci troviamo nel Parco Riserva naturale di Decima Malafede, un’area naturale protetta della Regione Lazio con vincolo paesistico, istituita nel 1997 con una superficie di 6.145 ettari.

L’ente che doveva tutelarlo, Romanatura, prima ha pagato per anni l’affitto per questo prezioso bosco, poi ha rescisso il contratto di affitto e adesso ha concesso il taglio devastante, andando contro le proprie finalità istitutive. Stiamo parlando di una autorizzazione che sta consentendo il taglio di migliaia di querce secolari dell’ultimo bosco di alto fusto della Campagna Romana, quello di Capocotta. Dobbiamo sottolineare che le maggiori aree boschive dell’Agro Romano sono comprese in questa zona e costituiscono una delle maggiori foreste planiziali del bacino del Mediterraneo. Un territorio ricco di biodiversità, in cui sono state censite almeno 900 specie vegetali ed è stata certificata la presenza di 25 specie animali. La zona sia prima che dopo l’istituzione del Parco, purtroppo, è stata caratterizzata dall’abusivismo edilizio, ultimi i cosiddetti toponimi che hanno portato con se deforestazione e impermeabilizzazione del suolo. Ricordiamo che “La Sughereta” di Vallerano ha già subito un duro colpo.

Le leggi, i regolamenti e i compiti demandati alla Regione Lazio, all’ Agenzia Regionale Parchi (ARP) e All’Ente RomaNatura sono chiari:

perseguire e gestire le singole risorse ambientali nel rispetto delle relative condizioni di equilibrio naturale e di preservazione dei patrimoni genetici di tutte le specie animali e vegetali. Tutelare, recuperare e restaurare gli habitat naturali e i paesaggi, nonché la loro valorizzazione. Conservare le specie animali e vegetali e gli ambienti naturali che abbiano rilevante valore naturalistico ed ambientale.

Per questo compiti assegnati, avrebbero dovuto effettuare l’attività di monitoraggio e controllo sullo stato di qualità degli habitat, delle specie della flora e della fauna di importanza comunitaria (Rete Natura 2000). Nonché, la Gestione dei vincoli di Legge nel Sistema delle Aree Naturali Protette nel Comune di Roma.

Diversamente da tutto ciò, in particolare la zona di Castel di Decima è stata presa di mira dalla proprietà privata di Vaselli che ha chiesto e sembra sia stata autorizzata a fare ripetuti interventi di deforestazione, rivolti in maniera sistematica agli alberi di alto fusto secolari e in particolare a querce, sughere e lecci con la rasatura di intere colline e la distruzione del sottobosco. La deforestazione è già avvenuta in alcune parti della zona, con una celerità incredibile e sta continuando in modo selvaggio e indiscriminato radendo al suolo un’intera area della foresta. Proprio per questo è lecito pensare che ci troviamo davanti ad un intervento speculativo ancora più massiccio e mirato, che potrebbe protrarsi nel tempo. Interpellati sul posto, i taglia boschi, hanno dichiarato di essere in possesso di regolare autorizzazione proprio da quell’Ente che avrebbe il compito di far rispettare i vincoli paesistici. Annualmente scompaiono nella Riserva colline piene di alberi secolari di alto fusto, immediatamente tagliati sul posto in tronchetti destinati ad essere venduti come legna da ardere. Le prove si possono vedere andando su you tube, alla voce “indagate Romanatura”, attraverso numerosi filmati, vengono evidenziate le carenze rilevate nella gestione dei vincoli paesistici della Riserva nei riguardi sia degli interventi di deforestazione, sia degli abusi e sia di insediamenti autorizzati dall’Ente Romanatura.

Davanti a questo insensato e complice atteggiamento delle Istituzioni, non basta solo la denuncia, ma serve la mobilitazione dei cittadini per fermare lo scempio omicida che riduce la quantità di ossigeno donato a pieni “polmoni” dalle nostre utili foreste, mettendo in serio pericolo la qualità della vita di tutte/i

Se pensiamo che a capo dell’Ente vi è Gubbiotti, che prima “lega l’ambiente” e poi lo sega, viene naturale la richiesta delle sue immediate dimissioni o della sua rimozione dall’incarico.

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