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Studenti in corteo contro la pessima scuola di Renzi. Cariche a Milano

Oltre trenta città italiane sono state attraversate questa mattina da cortei studenteschi contro il progetto di riforma renziano della scuola. Discorsi, slogan, obiettivi simili un po’ dappertutto, per cui ci siamo concentrati soprattutto sulle città di Roma e Milano, prese come “test” dell’ingresso in campo di una nuova generazione di manifestanti. 

“In piazza 50 mila studenti, abbiamo sfiduciato il governo. Vogliamo costruire un’alternativa di scuola, di paese e d’Europa”. Questo il primo bilancio a caldo degli organizzatori della giornata di oggi in tutta Italia. 
“Questo è l’ennesimo attacco alla scuola pubblica. Torniamo in piazza per riappropriarci dei nostri diritti. La Grecia è un esempio da seguire per la lotta contro l’austerity. Siamo un fiume in piena e non ci fermeranno”. Il corteo, con la partecipazione di circa 6000 studenti, ha sfilato attraversando via Cavour, i Fori Imperiali e Piazza Venezia, sino a Piazza Santi Apostoli.

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E’ partito da largo Cairoli a Milano il corteo di protesta contro il ddl “La buona scuola” del governo Renzi, indetto dalle organizzazioni studentesche milanesi nell’ambito di una giornata di mobilitazione nazionale. Gli studenti in strada erano parecchie migliaia e si sono diretti verso il palazzo della Regione Lombardia completamente blindato dalle forze dell’ordine. “Expo+ Jobs Act+ Buona Scuola= un futuro di m….” recitava lo striscione di apertura del corteo.
“Durante il percorso verranno fatte varie azioni in punti notevoli della città”, avevano annunciato gli studenti all’interno di un più generale piano di mobilitazione sociale che animerà il capoluogo lombardo man mano che ci si avvicina all’apertura dell’Expo, grande occasione di speculazione e lavoro gratuito. 
“Torneremo in università, per riempire di saperi liberi e antirazzisti un posto che deve rimanere di incontro e cultura, ma che rischia di diventare talmente asettico da poter venire chiuso tre giorni senza preavviso in piena sessione d’esame solo per impedire una assemblea su Expo da un cda in cui siedono 4 banchieri di Intesa San Paolo (principale sponsor di Expo) e che in nome della “pace sociale” è disposto ad assegnare aule ai nazifascisti” hanno avvertito i promotori della manifestazione. Il riferimento è ai fatti di gennaio, quando l’Università statale venne chiusa per tre giorni dalle autorità accademiche, da venerdì 16 a domenica 18, per impedire l’assemblea nazionale del movimento ‘No Expo’.
Se in tutta Italia i cortei degli studenti sono filati lisci a Milano invece la manifestazione si è conclusa con una carica. Di fronte ad un fastidioso ma inoffensivo lancio di vernice da parte di alcuni studenti, i celerini in assetto antisommossa che bloccavano l’accesso al piazzale antistante la sede della Regione – interdetto come al solito ai manifestanti – hanno reagito con un fitto lancio di lacrimogeni e con un accenno di carica. Dopo un fronteggiamento nel corso del quale gli studenti hanno disegnato con la vernice in mezzo alla strada una lunga striscia rossa reggendo alle spalle uno striscione con la scritta “La zona rossa che piace a noi, liberi e ribelli”, un gruppetto si è staccato dal corteo e ha spruzzato una gran quantità di vernice rossa contro un cordone di poliziotti schierato a chiusura di via Alessandro Paoli. A quel punto c’è stata l’immediata reazione degli agenti e carabinieri schierati per impedire l’accesso nella zona della Regione, che hanno sparato decine di lacrimogeni contro gli studenti che si sono immediatamente dispersi. 
Uno studente di soli 15 anni del liceo Carducci è stato fermato dalla polizia in via Melchiorre Gioia e portato in questura. Un centinaio di suoi compagni sono andati a manifestare sotto gli uffici della Questura finché il ragazzo non è stato rilasciato, ma solo dopo esser stato denunciato a piede libero.

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Le foto di Roma sono di Patrizia Cortellessa: 

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