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Dama bionda, libro bianco, futuro nero

Alle armi! Alle armi! Ascoltando la ministra Pinotti presentare in Parlamento il Libro Bianco della Difesa, un brivido non può che correre lungo la schiena di chi si crogiola ancora dietro l’idea che l’art.11 della Costituzione possa essere ancora una barriera contro i pruriti bellicisti del Belpaese. Gli estensori del Libro Bianco della Difesa, meno corposo di altre edizioni e articolato su una sessantina di pagine, si sono dati il compito di sviluppare gli indirizzi politici e di politica militare lasciando poi ai “tecnici”, in questo caso quelli dello Stato Maggiore Difesa, la messa a punto entro quest’anno di un documento più dettagliato sui singoli aspetti. L’ambito degli interessi e degli impegni strategici della politica militare italiana viene ribadito essere quello euroatlantico e mediterraneo ampliato però a Corno d’Africa e Golfo Persico, nel quadro ovviamente della Nato e delle istituzioni dell’Unione Europea.

un ambito geografico euro-atlantico e mediterraneo ampliato a Corno d’Africa e Golfo Persico, in un quadro di partecipazione alle istituzioni della Nato e dell’Unione Europea. – See more at: http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=3061#sthash.yrDOwLrW.dpuf
un ambito geografico euro-atlantico e mediterraneo ampliato a Corno d’Africa e Golfo Persico, in un quadro di partecipazione alle istituzioni della Nato e dell’Unione Europea. – See more at: http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=3061#sthash.yrDOwLrW.dpuf
un ambito geografico euro-atlantico e mediterraneo ampliato a Corno d’Africa e Golfo Persico, in un quadro di partecipazione alle istituzioni della Nato e dell’Unione Europea. – See more at: http://www.affarinternazionali.it/articolo.asp?ID=3061#sthash.yrDOwLrW.dpuf

“E’ qui, nel Mediterraneo, che l’Italia deve fare di più, perché è qui che in forma diretta siamo più esposti a rischi e minacce” ha chiarito la ministra Pinotti, lasciando capire che la Libia sarà il target per la sperimentazione delle ambizioni geopolitiche e militari dell’Italia. E’ il segno dei tempi, e della fase storica in cui ci è toccato di vivere. La tendenza alla guerra e all’interventismo militare non paiono più delle eccezioni ma, come scrisse il Libro Bianco della Difesa francese già a metà degli anni Novanta, un “aspetto della politica estera”.

La ministra Pinotti ha infatti auspicato per l’Italia “un futuro allineamento della spesa (militare ndr) verso i parametri europei, non appena le condizioni macroeconomiche lo renderanno possibile, anche in considerazione degli impegni di principio assunti a livello internazionale”. In questo quadro, ha aggiunto la Pinotti, “non possiamo non considerare anche la pressante esigenza di mantenere efficiente e funzionante almeno quanto oggi già esistente”. Il governo, secondo il ministro “è convinto della necessità di disporre di Forze armate moderne e bilanciate”. Il Libro Bianco, per altro, propone l’adozione di una “Legge pluriennale per gli investimenti militari”, della durata di sei anni. “Il Parlamento potrà così definire, con visione unitaria, l’impegno del paese per l’ammodernamento dello strumento militare e potrà esercitare in maniera più efficace la sua azione”, ha detto la ministra Pinotti.

Superfluo segnalare che il programma di acquisto degli F 35 campeggi come centrale nei programmi della Difesa. Dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri, il Dpp 2015-2017 (ossia il Libro Bianco) arriverà poi alle Camere, che ne dovranno approvare l’adozione.

Il Dpp dovrebbe quantificare anche gli stanziamenti per il programma F35, il contestato cacciabombardiere prodotto dalla statunitense Lockheed Martin e a cui partecipa Finmeccanica. “Si dimostrerà che in linea con le mozioni parlamentari il programma va avanti con un ritorno economico per il Paese”, ha spiegato una fonte della Difesa. L’Italia dovrebbe acquistare 90 F35 (dai 131 iniziali) di cui 75 per l’Aeronautica e 15 per la Marina. L’Italia ha destinato circa 12 miliardi di euro al programma pluriennale F35. Insomma, per le spese militari i soldi ci sono sempre ed anche i severissimi ispettori di Bruxelles sembrano “distrarsi” quando invece che di pensioni o spese sanitarie si parla di spese militari.

 

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