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San Nicola, Casapound guida la “rivolta dei residenti” contro i profughi

Che dietro le rivolte contro l’arrivo nei migranti in alcuni quartieri delle città italiane, da nord a sud, ci sia l’estrema destra è ormai cosa nota. Ma a dare uno sguardo su quanto sta accadendo da Treviso a Roma ci si rende conto che dietro i diversi episodi di cela – neanche tanto, in verità, una regia unica.

Ci sono noti militanti di Casapound a guidare la ‘rivolta’ dei residenti di Casale San Nicola, piccolo quartiere nella zona nord della Capitale, contro l’arrivo di un centinaio di profughi stranieri all’interno di un’ex scuola adibita a rifugio temporaneo per chi scappa da guerra e stenti.  E non si nascondono di certo, anzi.

Stamattina la situazione è parzialmente degenerata, così come era avvenuto ieri a Treviso, grazie proprio all’intervento organizzato dell’estrema destra che è riuscita ad inserirsi nella protesta nata dagli egoismi dei cittadini preoccupati per la svalutazione delle case o per la sicurezza, oltre che scaturita dai mal di pancia creati dall’oggettivamente sconclusionata e contraddittoria logica utilizzata dalle autorità nella distribuzione dei migranti.
Stamattina una cinquantina di persone ha bloccato la strada che conduce all’ex scuola ‘Socrate’ – destinata all’accoglienza dei rifugiati – con l’intenzione di impedire fisicamente l’arrivo dei mezzi con a bordo i primi 19 migranti. Cassonetti e balle di fieno incendiati, slogan razzisti e bandiere italiane in bella vista. “Da qui non ci muoviamo. Casale San Nicola deve rimanere agli italiani. Lo difendiamo fino all’ultimo”, aveva tuonato il vicepresidente di CasaPound Italia, Andrea Antonini. Finché, alla vista del pulmino con i migranti a bordo, è partito un lancio di sassi e tavolini di plastica contro un cordone di agenti in assetto antisommossa che hanno reagito con manganellate e un accenno di carica mentre dall’altra parte una quindicina di ragazzotti di Casapound, caschi in testa, tenevano parzialmente botta. Il pullmino con a bordo i profughi è rimasto bloccato a lungo dietro i blindati, poi però pesantemente scortato il mezzo ha percorso la strada per arrivare all’ex scuola tra slogan contro gli stranieri, insulti e lanci di bottiglie.
Il prefetto Gabrielli è stato categorico: “Abbiamo inviato 19 persone che devono soggiornare a Casale San Nicola e c’è un blocco stradale di cittadini che non permette che entrino. Ora sono sui mezzi ma entreranno nel centro perché rimuoveremo il blocco. Non faremo passi indietro”. Ma poi durante la mattinata la prefettura apre alla trattativa, dicendosi disponibile a ridurre a 60 i profughi da sistemare nella struttura di Casale San Nicola, offerta però rifiutata dai ‘residenti’ del comprensorio – villette con giardino, mica palazzoni di periferia – che sorge tra l’Olgiata e la Storta. 

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