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Roma. Le periferie guastano la festa del Pd sulla “legalità”

Ieri pomeriggio a piazza Don Bosco, davanti alla chiesa che ha visto celebrare i funerali del boss dei Casamonica, il Pd romano aveva convocato una manifestazione per la “legalità”. Una sorta di catarsi per allontanare da sè le connessioni rivelate dall’inchiesta su Mafia Capitale e le responsabilità della Giunta Marino sui livelli indicibili di degrado raggiunti a Roma. Doveva essere una kermesse “liberatoria” a uso e consumo delle telecamere, ma proprio il copione per le telecamere è andato in tilt quando è comparsa una foto gigante della “cena di Buzzi” con tanto di ministri (Poletti), ex sindaci (Alemanno) e Casamonica. Una foto che parla più di mille discorsi sul sistema che ha fatto e disfatto le priorità sociali e le assegnazioni di bilancio a Roma.

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Sotto e intorno alla foto/striscione c’erano gli attivisti della Carovana delle Periferie (nata proprio per impedire strumentalizzazioni fasciste su Mafia Capitale e rimettere al centro la geografia dell’esclusione sociale) e dell’Asia Usb. Quest’ultima ha diffuso un volantino che ricorda lo scandalo dei Piani di Zona, una regalìa del pubblico al privato che ancora non è finita nell’inchiesta Mafia Capitale ma che dovrebbe entrarci d’imperio.

Tensioni e battibecchi diretti e impietosi sulle contraddizioni hanno animato una piazza che il Pd romano voleva come riparatoria. Immediatamente i vari angoli di Piazza Don Bosco si sono riempiti di agenti di polizia con il casco e con il compito di ripulirla in attesa della “reintrèe” pubblica del sindaco Marino. Gli attivisti della Carovana delle Periferie hanno distribuito anche un comunicato che riproduciamo qui di seguito:

La fretta di voltare pagina….

La politica romana ha fretta di voltare pagina, di chiudere la vicenda mafia capitale, di chiamare i cittadini a raccolta per la legalità e di dimenticare rapidamente l’accaduto.
Ma mafia capitale non è un episodio, è un sistema e non basterà un processo per smantellarlo. Ricordate Mani Pulite? La DC e il Psi si sono sciolti, altri partiti minori sono scomparsi, ma la corruzione è dilagata nel paese come mai prima l’avevamo conosciuta. C’era una volta il clientelismo, con cui hanno governato per almeno trent’anni. Poi è stato il turno di tangentopoli, che ha retto la vita politica del paese fino a Berlusconi. Ora è il tempo dell’intreccio tra politica ed affari, nel senso che fai politica in Italia solo se riesci a farti sostenere e a ricambiare il sostegno da cordate affaristiche ed anche malavitose.
Mafia capitale non è un episodio, è il modo di essere della politica a Roma (e non solo a Roma). Appalti in cambio di sostegno economico per le elezioni, commesse economiche come merce di scambio per vincere le elezioni. Non un caso, ma la assoluta normalità. Il Pd e Forza Italia (o come diavolo si chiamano oggi quelli della destra) fanno a gara ad organizzare, in occasione delle elezioni, le cene con i grandi elettori, dove vanno costruttori, banchieri, direttori di giornali, amministratori di grandi imprese. Come ricompensano i loro favori, una volta vinte le elezioni?
A tenere vivo questo meccanismo c’è il continuo ricorso ai privati nella gestione dei servizi: più si allarga lo spazio delle privatizzazioni e più si alimenta questo gioco. C’è tra gli organizzatori della manifestazione per la legalità qualcuno contrario alle privatizzazioni dei servizi?
La fretta di voltare pagina va di pari passo con la voglia di vendere tutto ai privati, dalle case popolari ad Atac, dall’Ama agli asili.
….per vendere Roma

CAROVANA DELLE PERIFERIE

 

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