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Chiudere le province tagliando gli stipendi

Sono le piccole cose a dare il segno di una politica… Il governo ha deciso di eliminare le provincie e destinare i dipendenti pubblici che diventano !soprannumerari” ad altri incarichi presso altri enti pubblici. Fin qui tutto bene, o quasi, perché di certo non è una bella notizia per chi dovrà stravolgere la propria organizzazione di vita per affrontare il nuovo lavoro (passare da una sede a un’altyra, in una metropoli, può significare un viaggio di oltre un’ora, con il relativo aumento dei costi di trasporto…).

Ma sia sa da sempre, ogni modernizzazione comporta qualche piccolo sacrificio. Il problema è che questo sacrificio non solo non verrà ricompensato affatto, ma spesso verrà addirittura punito con un taglio allo stipendio!

Come tutte le cattive notizie che riguardano la pubblica amministrazione, il diavolo si nasconde dietro frasi in burocratese stretto, incomprensibili per i comuni mortali. Fatto sta che il ministero della Funzione Pubblica (quello affidato alle cure di madonna Marianna Madia) ha diffuso il testo definitivo del decreto che renderà operativi i trasferimenti di sede, comprese le “tabelle di equiparazione” per gli stipendi.

Non è prevista alcuna conservazione della busta paga originaria, se non per le voci “generali” e di natura “fissa e continuativa”. Tutto il resto o si perde o viene subordinato alle disponibilità di bilancio dell’amministrazione “di arrivo”. Che in molti casi si vedranno aumentare gli organici ma non aumentare le dotazioni finanziarie (siamo in piena spending review, no?). Quindi non potranno garantire la copertura delle voci accessorie degli stipendi dei “nuovi giunti” (sì, è una terminologia alquanto carceraria, ma in questo caso sembra appropriata).

Come molti sanno, da almeno un ventennio, se non più, gli aumenti salariali decisi nei rinnovi contrattuali si sono concentrati soprattutto sulle “voci accessorie”, anziché in paga base. Indennità varie, spesso giustificate, a volte usate come arma di ricatto o premiale nei confronti dei singoli lavoratori, che rendevano alla fine “decente” uno stipendio.

Nel trasferimento ad altro ente queste voci si perderanno per strada, traducendosi in un taglio dello stpendio sostanzioso e addirittura inquantificabile fin quando non sarà erogato il primo assegno mensile…

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