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Tfr in busta paga: una fregatura che non ha convinto nessuno

Era stata strombazzata come una delle misure del governo per “mettere soldi in tasca” ai lavoratori. In realtà molti – noi tra questi – l’avevano giudicata piuttosto una mossa per sfilarne altri dai portafogli già magrissimi dei dipendenti di ogni ordine e grado.

Bene. Ora ci sono le cifre, rese note dall’associazione dei consulenti del lavoro. E fanno ben sperare nella capacità di giudizio dei “subordinati”: soltanto lo 0,83% ha infatti chiesto di farsi accreditare in busta paga, mensilmente, anche il tfr.

Inequivocabile la motivazione addotta da tutti gli intervistati: la tassazione prevista – ordinaria, con l’aliquota Irpef che in molti casi si innalzava con l’aumentare “formale” dello stipendio netto – è troppo penalizzante. In altri termini, ci si rimette troppo, addirittura il 62% invece del normale 23.

Se ne ricava la conclusione che quanti l’hanno comunque chiesta sono ridotti davvero in pessime condizioni, tanto da preferire il pessimo detto “pochi, maledetti e subito”, pur di arrivare con meno affanni a fine mese.

Al contrario, cresce considerevolmente la percentuale di dipendenti che richiede anticipazioni del tfr già maturato per affrontare spese consistenti e impreviste, o semplicemente necessarie (spese mediche, cambio auto, acquisto della casa, ecc): ben il 27% in più.

Facile capire il perché. In questo caso, infatti, l’anticipazione avviene con tassazione “separata”, secondo la normativa prevista normalmente per il tfr.

Conclusione: il governo Renzi spara propaganda senza riscontri.

 

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1 Commento


  • walter

    Spostare il tfr dal fondo aziendale o complementare all’accredito in busta paga aveva, in realtà, scopi diversi dall’incasso diretto di tasse. In primis, come parte integrante della demolizione dei rapporti di lavoro con il “jobs act” (scusate, che nome idiota anche dal punto di vista propagandistico), mirava ad alleggerire di molto i costi del licenziamento. Ed in secondo luogo voleva abituare i lavoratori italiani ad avere maggiore disponibilità nel salario/stipendio: sarà necessaria, un domani, per pagare l’assicurazione (sanità privata) e l’educazione dei figli (scuola privata).
    Altro che aumentare la capacità di spesa a favore dei consumi!!
    Ma non illudiamoci che chi sta al governo (mai eletto, incoronato da troika, imf, confindustria (e vaticano)) si arrenda: il progetto thatcheriano di devastazione dell’italia procederà velocemente, senza discussione e senza freni…

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