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Grecia. Rivince Tsipras, metà della popolazione non va a votare

Nel disincanto di una popolazione che ha ormai subìto di tutto, le elezioni anticipate in Grecia hanno visto riconfermare l’ozpione di Tsipras e del governo di Syriza. Con un astensionismo che ha raggiunto quasi il 50%, il partito di Alexis Tsipras ha ottenuto il 35% dei consensi.
L’ex premier di sinistra, nonostante il tradimento delle promesse elettorali di gennaio e l’accettazione del memorandum capestro dell’Unione Europea, ha confermato la vittoria elettorale di gennaio e si prepara a guidare il Paese nuovamente in coalizione con i nazionalisti di Anel. Il suo partito Syriza ha ottenuto poco piu’ del 35% e 145 seggi, un punto percentuale e quattro seggi in meno del voto di gennaio, ma con i dieci seggi di Anel la maggioranza dei 300 seggi del parlamento di Atene é assicurata. I neonazisti di Alba Dorata si confermano come il terzo partito. Ma il primo partito nelle elezioni di ieri é stato di gran lunga quello dell’astensione: questa volta ben il 45% degli elettori greci e’ rimasto a casa, otto punti percentuali in piu’ rispetto a gennaio. Nessuno dei 25 deputati ribelli di Syriza tornerà in Parlamento visto che Unità popolare, nata dalla scissione di Syriza non ce l’ha fatta a superare la soglia di sbarramento del tre per cento. Ce l’ha fatta invece il Kke, il Partito Comunista di Grecia, irriducibile oppositore di Tsipras e del suo governo, che ha superato il 5% e ottenuto 15 deputati. Il partito conservatore Nea Dimokratia, ha raccolto il 28% migliorando di qualcosa il risultato di gennaio, ma ha ammesso la sconfitta.

Il risultato greco conforta i tecnocrati di Bruxelles. Il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbolem si è congratulato per il successo elettorale e si è detto “impaziente” di vedere la formazione di “un nuovo governo con un forte mandato per proseguire le riforme”. Le elezioni, sul piano politico, riportano dunque la situazione esattamente come quella precedente con il governo Syriza-Anel.  Il problema è che in mezzo c’è stato l’ulteriore memorandum-capestro, peggiorativo, imposto dalla Troika alla Grecia, c’è stato il referendum con il suo esito disatteso e c’è una popolazione disincanta, disillusa e massacrata da altri otto mesi di austerity.

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