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Bologna. Il corteo degli studenti caricato davanti a Unindustria

Ieri mattina il corteo studentesco bolognese lanciato all’interno della mobilitazione contro la “buona scuola” di Renzi e che ha visto scendere in piazza migliaia di studenti e docenti in varie piazze del Paese, è stato bloccato e caricato dalla polizia.

Ancora una volta, purtroppo, la questura di Bologna si segnala alle cronache locali e nazionali per la spregiudicatezza e l’arroganza del suo operato. Dopo l’esagerato e quasi grottesco dispiegamento di forze per il corteo di Libertà di dimora dello scorso sabato e l’essere entrati in università due giorni dopo per (udite, udite!) vietare con la forza una festa, ieri mattina ha pensato bene di far caricare e manganellare un corteo degli studenti medi, formato quindi da adolescenti e quache insegnante, non certo da quei “pericolosi soggetti” gravitanti nell’orbita dell’antagonismo bolognese che con tanta solerzia il questore Coccia cerca di combattere e neutralizzare.

Fa rabbia dover constatare come l’uso della forza pubblica in questa città sia ormai diventato, se non l’unico, il principale mezzo e strumento di “confronto” tra le istituzioni cittadine e i movimenti. Istituzioni governate da chi si fregia di appartenere all’alveo della sinistra riformista e socialdemocratica, quella ”sinistra” ormai totalmente asservita alle classi dominanti italiane ed europee e che sta gestendo l’austerità nel nostro Paese.

Chi ieri è sceso in piazza, l’ha fatto contro l’ennesimo sfacelo piombato sulla scuola pubblica, contro l’alternanza scuola-lavoro, che di fatto umilia sia la cultura che il “lavoro” (ovviamente, più che di lavoro, si tratta di stage e tirocini non retribuiti) e contro il Jobs Act, ennesima truffa per le classi popolari e soprattutto per i più giovani che da poco hanno iniziato ad approcciarsi al mondo del lavoro o che stanno per farlo.

A queste centinaia di giovani, studenti e insegnanti, l’unica risposta che si riesce a dare sono le botte della polizia. E questo la dice lunga sullo stato di salute della democrazia nella nostra città e, in generale, nel nostro Paese…

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