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Torino. Sgomberata l’occupazione di via Asti

Ci sono delle vicende che, per quanto tristi, hanno il pregio di mostrare le cose come stanno, sollevando il velo di ipocrisia che spesso circonda tutta una serie di discorsi.

Prendiamo la questione delle occupazioni. La retorica con cui i vari uomini delle istituzioni (che siano sindaci, assessori o altro) giustificano sempre la necessità dello sgombero è regolarmente quella della Legalità. Chi più chi meno può anche essere simpatetico con le difficoltà degli occupanti derivanti dalla tragica emergenza abitativa in cui si trova questo paese, ma la legge viene prima di tutto , e una situazione di illegalità non può essere tollerata a lungo.

Solamente che palesemente questo principio non vale allo stesso modo per tutte le occupazioni.

Avevamo già scritto dello strano caso dell’occupazione che era stata occupata. La caserma di via Asti, occupata più di sette mesi fa dall’associazione Terra del Fuoco e altre organizzazioni, era stata infatti nuovamente occupata il primo di novembre da alcune famiglie Rom, aiutate dal collettivo Gattonero Gattorosso, che erano state poco tempo prima sgomberate dal campo di Lungo Stura Lazio.

Dopo alcuni iniziali tentennamenti, il comitato dei (primi) occupanti di via Asti aveva dato il suo benestare alla permanenza delle famiglie – come negarlo, d’altronde, dopo aver parlato per mesi di “uso sociale” dello spazio.

Tuttavia questa nuova situazione evidentemente non era accettabile per il Sistema Torino. Un conto è un’occupazione da parte di rispettabili associazioni con stretti legami col mondo politico (in particolare sono forti i legami fra Terra del Fuoco e il consigliere comunale di SEL Michele Curto) che plausibilmente non pensavano di tenere il posto per sempre, un conto è un’occupazione abitativa, per di più di “zingari”!, le cui case sono state distrutte e che non hanno altro posto in cui andare.

Per questa ragione solo qualche giorno fa l’ente proprietario dell’immobile, la Cassa Depositi e Prestiti, ha sporto denuncia contro l’occupazione, e oggi (giovedì 12 novembre) è arrivato puntuale lo sgombero.

Insomma, un ennesimo caso in cui appare evidente come le legalità vada fatta rispettare solamente quando certi interessi vengono toccati. La contro-occupazione degli ex abitanti di Lungo Stura sollevava contemporaneamente la contraddizione della tremenda situazione di emergenza abitativa in cui si trova Torino, e la natura sempre più razzista di una città che ancora si fregia di una tradizione di “sinistra”.

Evidentemente non poteva durare.

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