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Livorno. La “romanizzazione” del caso Aamps: un modo per peggiorare la situazione

Il caso Aamps ormai è diventato una battaglia simbolo nazionale fra Pd e M5S in vista delle elezioni amministrative nelle grandi città. E tutto ciò non fa bene a Livorno, oltre che generare discorsi da brividi.

La misura è colma. La delicatissima questione Aamps è ormai alla mercè del primo scemo che passa, dei tg nazionali e della propaganda politica fra Pd e M5S in vista delle elezioni amministrative che ci saranno nella prossima primavera a Napoli, Milano, Torino e Roma.

La propaganda. Ne sta venendo fuori una bagarre in cui analisi e soluzioni sono messi in secondo piano lasciando il palcoscenico a una miserevole propaganda: da una parte i tg nazionali a reti unificate renziane e la vergognosa Unità (che ci auguriamo richiuda presto) che puntano solo a terrorizzare i cittadini mostrando la spazzatura nelle strade per lanciare il messaggio che i 5 Stelle non sanno governare, dall’altra Grillo e i vari senatori 5 Stelle che per sostenere Nogarin danno libero sfogo ai peggiori discorsi antisindacali ed a luoghi comuni da accatto. Nessuno naturalmente è interessato ad un ragionamento che possa portare a qualcosa di costruttivo. Basta vedere l’intervento di Di Maio (M5S) che non ha saputo altro che chiedere la precettazione dei lavoratori quando il diritto di sciopero nei servizi essenziali in Italia è già abbondantemente disciplinato dalla legge.

I numeri e gli autogol. In questi giorni ne abbiamo lette di tutti i colori. L’autogol più clamoroso è stato dei due Comunardo Niccolai renziani (B&B, Bacci e Bellandi) del Pd livornese che con le polemiche sempre bollenti del Consiglio Comunale hanno smascherato il proprio partito con la proposta di privatizzare Aaamps con l’ingresso di Iren (e conseguente inceneritore).

Hanno prestato il fianco alla riscossa grillina e allo stesso tempo sono stati smentiti da Iren stessa (pare che, nelle spartizioni regionali della gestione dei rifiuti da parte delle multiutility private, alla Toscana tocchi Hera). Ci sono poi i numeri in libertà, a partire dai 42 milioni di debiti Aamps sparati dai 5 Stelle, numero che non ha nessun valore a livello contabile ma che fotografa solo i passivi, fino alla Cgil che ogni giorno aumenta di 50 unità i lavoratori a rischio arrivando a 550/600 (come se dopo il concordato a Livorno nessuno raccoglierà mai più la spazzatura). A questo si aggiunge il popolo del web che ha iniziato a fantasticare su decine di dirigenti presenti in Aamps e rapporti tra operai e amministrativi campati in aria. Sia chiaro, Aamps è una struttura in cui ci sono persone con livelli e mansioni inspiegabili e difficilmente trasferibili a mansioni produttive, ci sono sicuramente assunti in epoche di clientelismo ed è un’azienda che potrebbe costare meno rispetto ai 35 milioni attuali, ma in Aamps ci sono anche decine e decine di persone che la mattina si svegliano alle 5 e che fanno il proprio lavoro in strada e negli uffici. Semmai, e qui il sindacato-partito che l’ha sempre gestita è responsabile, Aamps è un’azienda ingessata e probabilmente poco riformabile, ma i numeri sono numeri. Per chi vuole vedere la macrostruttura Aamps basta che vada a questo link.

Zanetti e le statue. In questo contesto si è inserito il sottosegretario all’economia Zanetti (Scelta Civica) che ha proposto una statua per Nogarin per quello che sta facendo con Aamps. Naturalmente il popolo grillino si è subito eccitato per queste parole ma probabilmente la maggioranza dei cybermilitanti non sa che Zanetti è un personaggio tipo Brunetta con qualche centimetro in più: un montiano turboliberista che vorrebbe privatizzare anche l’aria e licenziare qualsiasi lavoratore pubblico per consegnare definitivamente il paese in mano a capitali finanziari e banche. C’è poco da esaltarsi quindi. Anche perché, forse a molti non è chiaro, il concordato proposto da Nogarin può essere anche considerato una novità, ma se sarà una novità buona si potrà sapere solo giudicando quello che succederà dopo: una società pubblica bonificata e più efficiente come dice il sindaco, o un fallimento annunciato e un disastro su cui si avventeranno i privati come dice chi si oppone. Quindi prima di erigere statue sarebbe bene dire meno cazzate e valutare con competenza tutto ciò che potrebbe accadere.

Il concordato. Il concordato per certi versi fino ad ora è tra le opzioni più semplici da scegliere. Sicuramente un netto strappo col passato, ma se lo strappo è (e sarà) positivo o negativo non si può certo dire ora. C’è un dato di fatto: il concordato penalizza i fornitori-creditori dell’indotto e metterà a dura prova artigiani, officine e cooperative di servizi che hanno collaborato con Aamps in questi anni con conseguenti licenziamenti. Perché non tutti i creditori sono grandi aziende come Ra.Ri o Lonzi che con i rifiuti si sono fatti i “palazzi al sole” ma c’è una miriade di piccoli fornitori che con la moratoria Rosi avevano già ristrutturato il debito. In poche parole in questi anni, quando l’assessore Pd Nebbiai (uno dei famosi in quota banche nelle giunte Cosimi) diceva che il bilancio del Comune di Livorno era come quello della Finlandia (portando male anche ai poveri finlandesi), ometteva di dire che in quegli anni una partecipata come Aamps aveva fatto da banca al Comune perché si accollava tutta la morosità non riscossa (21 milioni nel famigerato periodo Tia 2006-2012) e di conseguenza i fornitori/creditori facevano da banca ad Aamps che non aveva la liquidità per pagarli. Quindi prima di esaltarsi ed erigere statue bisogna valutare il contesto. Fermo restando che sicuramente non si poteva contiunuare con l’andazzo del passato.

Diverso sarebbe se per una volta a pagare fossero le banche (che devono avere circa 20 milioni). Quelle banche a cui non sono mai stati chiesti indietro gli interessi da strozzinaggio che avevano imposto all’azienda e di cui noi non ci dimentichiamo. Ecco, se per caso, le banche non fossero creditori privilegiati ma semplici chirografari, e potrebbe anche essere perché dipende da quale tipo di mutuo hanno acceso, allora agli occhi dei cittadini la scelta del concordato potrebbe sembrare anche coraggiosa. Altrimenti a pagare non sarà chi ha sbagliato e nemmeno chi non ha mai pagato (furbetti, enti dello stato, aziende truffaldine ecc…) ed in tutto ciò non ci vediamo niente di rivoluzionario o da statua.

da SenzaSoste

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