Menu

Il diritto all’abitare è qualcosa di più che solo un tetto sulla testa

Domenica prossima a Roma si terrà una assemblea nazionale sulla questione abitativa che nel nostro paese continua a rappresentare la delizia e la dannazione per milioni di famiglie. L’Italia infatti continua ad essere il paese europeo che spende poco o niente – a differenza degli altri – nei programmi di edilizia sociale, alimentando così penuria di alloggi con affitti accessibili, speculazione a tutto campo in materia di abitazioni e una conseguente ma perdurante emergenza sociale abitativa in tutti  i grandi e medi centri urbani.

La questione della casa in Italia continua ad essere aggredita da ogni punto di vista sia dalle misure governative che dagli interessi degli speculatori privati.

–          Ci sono 3 milioni di famiglie italiane (11,7 % del totale) in difficoltà con le spese sulla casa, rate del mutuo, imposte, affitto e utenze, come certifica un’indagine ISTAT resa nota di recente;

–          Ci sono trecentomila famiglie sotto sfratto e che rischiano di andare in mezzo alla strada;

–          Ci sono migliaia di famiglie di inquilini delle case popolari e comunali in estrema difficoltà perché le case verranno messe all’asta e vendute al miglior offerente come conseguenza del Decreto Lupi;

–          Ci sono decine di migliaia di famiglie di inquilini delle case degli enti pubblici e previdenziali che hanno visto raddoppiare o triplicare l’affitto e vengono sfrattate se non sono in grado di pagarlo o sono vittime di dismissioni a prezzi speculativi;

–          Ci sono decine di migliaia di inquilini, truffati da cooperative e imprese, a cui sono stati affittati o venduti alloggi sociali a prezzi di mercato, realizzati con finanziamenti e su terreni pubblici nei piani di zona di edilizia agevolata;

–          Ci sono migliaia di famiglie in emergenza abitativa deportate e parcheggiate in strutture private (strapagate dalle amministrazioni pubbliche) e abbandonate da anni a se stesse;

–          Ci sono milioni di famiglie che nei decenni scorsi hanno acquistato la casa in cui abitano e contro cui i governi e gli enti locali si accaniscono con imposte, tasse, balzelli di ogni tipo;

–          Ci sono migliaia di famiglie, di single e migranti, che per necessità, e non certo per gioco, hanno occupato le case e gli edifici lasciati vuoti dalla speculazione immobiliare o dalla trascuratezza degli enti pubblici. A questa moltitudine sociale, che riguarda il settore più precario e povero del nostro paese, tramite il Decreto Lupi sono oggi negati i diritti elementari come la residenza – e quindi il diritto alle cure – o l’iscrizione a scuola dei figli;

–          Ci sono infine ancora milioni di alloggi e fabbricati tenuti vuoti, invenduti, inutilizzati, costruiti solo per le triangolazioni speculative tra costruttori, banche e fondi immobiliari. Case che vengono vendute e comprate, che vengono date in garanzia per ottenere nuovi prestiti da investire magari all’estero ma che restano completamente inutilizzate ai fini abitativi per i quali gli era stata concessa la licenza a costruire.

Chiunque viva nelle nostre città sa che questa è una realtà dimostrabile nei fatti e che quotidianamente alimenta una emergenza abitativa dalle mille facce e, per fortuna, da mille conflitti e momenti di resistenza popolare.

Ma il governo e i gruppi di interesse privati (costruttori, banche, investitori internazionali, fondi immobiliari) agiscono sistematicamente per peggiorare la situazione e con aperta ostilità contro le famiglie in emergenza abitativa. Si ha la netta impressione che il governo abbia scatenato la “guerra contro i poveri” ritenendoli responsabili della loro situazione perché non hanno seguito il modello italiano secondo cui “la casa o te la compri o è un problema tutto tuo”.

Questo modello italiano di privatizzazione del problema abitativo (così come in Spagna) si sta rivelando un totale fallimento rispetto ad altri paesi  europei dove la maggior parte del parco abitativo è pubblico o sociale, gli affitti sono accessibili, uscire da una casa per passare ad un’altra non è dramma che prevede l’intervento militare della polizia.

Da decenni i governi italiani citano l’Europa per giustificare il lavoro sporco ma adottano solo le direttive europee o internazionali che vanno contro gli interessi popolari. In Italia si spende poco o male per l’emergenza abitativa, non si costruiscono alloggi sociali o ad affitti accessibili, non si utilizza l’enorme patrimonio di abitazioni lasciate vuote e invendute dai costruttori e dalle banche. Invece si adottano misure ancora più penalizzanti per centinaia di migliaia di famiglie con problemi abitativi, di basso reddito o di disoccupazione dovuta alla perdita del lavoro, quando si costruiscono case popolari lo si fa marginalizzando la gente in casermoni edificati in periferie lontane e indecenti.

Ma il diritto all’abitare per noi è molto di più che un tetto sulla testa. Il diritto all’abitare è un fattore centrale dell’emancipazione sociale di tutti e non una bancarella in più per gli appetiti dei mercati e degli speculatori. E’ la difesa del bene comune, dell’idea del recupero urbano del patrimonio sfitto e abbandonato, del consumo zero del suolo. Sul diritto all’abitare come sull’emergenza sociale abitativa occorre cambiare completamente registro e costringere governo e speculatori a retrocedere, con ogni mezzo.

Abitare un quartiere o una città richiama ad un insieme di diritti che vengono sacrificati da una gestione delle città completamente sottomessa alle logiche finanziarie. La valorizzazione dei suoli o la cartolarizzazione delle proprietà hanno permesso in questi anni di trasformare il diritto ad una vita decente e a standard alloggiativi dignitosi in una merce, così come sta avvenendo per tutti gli altri diritti, dalla salute alla mobilità all’istruzione.  Il suolo o l’immobile vengono concepiti solo come occasione per surplus economici e gli interessi degli abitanti non hanno più alcuna voce in capitolo nelle scelte di chi governa le metropoli.

Ecco perché si punta alla valorizzazione dei centri storici, alla gentrificazione, ai consumi di lusso e alle città vetrina: perché queste sono altrettante occasioni di speculazione. Mentre le mille periferie restano tagliate fuori, o sono considerate solo come occasione di ulteriore speculazione. Non si costruiscono case popolari ma si continuano ad edificare enormi centri commerciali o altre grandi opere, per lo più dannose sia al territorio, che all’economia, oltreché fuori da ogni controllo democratico.

Questo in un territorio ormai coincidente con quell’enorme città diffusa che per costruire spazi indefiniti, dispotici ed inospitali  privatizza  ogni risorsa  naturale e comune per accaparrarsi e assicurarsi senza sosta rendita e profitto.

In questa gestione delle città in cui prevalgono gli interessi rapaci di costruttori e gruppi finanziari anche multinazionali, è cresciuta in questi anni l’area del malaffare e della corruzione. Si tratta di un intreccio sempre più stretto tra politica e affari, nel quale entrano in gioco in modo prepotente gruppi criminali e malavitosi. L’esempio di Mafia Capitale a Roma non costituisce una eccezione ma la regola, né l’inchiesta e il processo in corso sono riusciti finora a fare piena luce su un sistema molto più ramificato dentro le amministrazioni e nelle economie locali.

Ecco quindi che la lotta per la casa oggi si intreccia con una battaglia più generale per una gestione democratica delle città, per riscrivere le agende delle priorità urbanistiche e di destinazione delle risorse. Si intreccia con la lotta contro i poteri finanziari che stanno imponendo il destino delle metropoli e negando ai cittadini il diritto a vivere in ambienti sani, accoglienti e dignitosi dove poter costruire una vita ricca di relazioni e di legami sociali.

Sul tema della difesa del diritto all’abitare e dell’edilizia pubblica l’ASIA-USB convoca un incontro nazionale per Domenica 13 dicembre ore 10,00 a San Basilio (Roma) in via Tiburtina 1064.

All’assemblea interverranno: Roberta Lombardi, deputata M5S – Antonello Sotgia, urbanista – Vincenzo Perticaro, avvocato – Alessandro Gaeta, giornalista d’inchiesta Speciale Tg1 – Franco Russo, Forum Diritti Lavoro – Carovana delle Periferie – Aboubakar Soumahoro, Usb migranti – Delegati ASIA di varie città.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *