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I servizi Usa indagano sui partiti europei sospettati di ricevere soldi dalla Russia

Torna la guerra fredda? Sembrerebbe proprio di si. Il quotidiano britannico Telegraph afferma che le agenzie di intelligence statunitensi si apprestano a lanciare una capillare indagine sulle modalità con cui il Cremlino “sta infiltrando i partiti politici” in Europa. Un lancio dell’agenzia Askanes riferisce che il sito del quotidiano britannico rivela che James Clapper, direttore della National Intelligence Agency, ha ricevuto incarico dal congresso di realizzare “una vasta verifica” sul denaro che Mosca avrebbe inviato a partiti europei negli ultimi 10 anni. L’iniziativa “riflette la crescente preoccupazione a Washington sulla determinazione di Mosca nello sfruttare le divisioni europee in modo da minare la Nato, bloccare i programmi di difesa missilistica e revocare le sanzioni economiche imposte dopo l’annessione della Crimea”. Fonti del governo britannico, continua il quotidiano, hanno ammesso di temere sempre più “una nuova guerra fredda” in Europa e di implicazioni molto più serie di quanto prima si pensasse. “Vediamo allarmanti prove degli sforzi russi di rompere il tessuto dell’unità europea su tutta una serie di questioni strategiche di vitale importanza”, hanno detto le fonti. “E’ un gioco intelligente. Ci sono regole non scritte tra Stati e queste sono chiaramente violate da parte russa”. Secondo un dossier sulle “attività di influenza” visionato dal Sunday Telegraph, i “punti di ingresso” usati dagli agenti russi sono Francia, Olanda, Ungheria, Austria e Repubblica ceca. L’intenzione americana è di verificare se i servizi di sicurezza stanno finanziando partiti e organizzazioni non governative con l’obiettivo di “minare la coesione politica” sul continente europeo riguardo la Nato e le fonti energetiche in particolare. Il quotidiano, che precisa di non avere ottenuto nomi specifici di partiti, cita che probabilmente nella lista americana ci sono il partito di estrema destra ungherese Jobbik, Alba Dorata in Grecia e la Lega Nord. Oltre al Front National di Marine Le Pen, che avrebbe ottenuto da una banca di Mosca nove milioni di euro.

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