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Giugliano: “né ghetti né razzismo, diritti per tutti”

Consiglio comunale di Giugliano, ore 10. Il clima è estremamente teso. Fuori il palazzo del consiglio ben tre blindati della polizia. La seduta è ovviamente pubblica ma c’è la ressa per entrare. Fino ad esaurimento posti. In più fuori presidio con tanto di striscioni organizzato dai disoccupati giuglianesi dell’Unione Sindacale di Base e varie associazioni antirazziste. Si perché il tema in discussione è di quelli caldi. Anzi caldissimi. Un campo nomadi ecosostenibile sul territorio. Costo un  milione e trecentomila euro, da attingere ai fondi dell’Unione europea e del Ministero degli Interni gestiti dalla Regione Campania. Sufficienti a creare un esagerato clima di attesa. 
Ricordiamo che l’amministrazione che regge la città è una coalizione civica con a capo Poziello, ex di Rifondazione Comunista e ex Pd, già assessore al welfare a Castellammare di Stabia. Un aggregato politico trasversale difficilmente interpretabile. Di tipo grillino ma più spostato, almeno a leggere le biografie personali, a sinistra. 
Il sindaco innanzitutto ricorda che tale operazione è stata imposta all’amministrazione dalla Prefettura per i ben noti problemi igienico sanitari del campo nomadi. Nessun soldo a carico della comunità giuglianese. Insiste molto su questo punto. Insiste pure molto sul fatto che i rom di cui si parla sono in realtà cittadini giuglianesi di terza generazione. E’ bene rammentare che nessun partito o lista di sinistra è presente nel consesso. E si sente.
Al dibattito consiliare dopo il lungo discorso d’apertura del sindaco è il turno delle opposizioni. Parlano in rapida successione l’esponente di Fratelli d’Italia, di Forza italia, del Movimento sociale e una lista civica di opposizione. I toni sono simili: “Non siamo razzisti ma”… è assurdo spendere una cifra così alta per i concittadini rom (li chiamano tutti proprio così) quando vi sono tanti disoccupati tra i giuglianesi non rom. Si sente anche la solita solfa di una comunità, quella rom, che non si integra, che delinque, che vive di espedienti e di furti. Il solito campionario anti rom con la sola differenza che li si chiama concittadini. Non si vuole passare per razzisti retrogradi e incivili. Anzi ci si vuole mostrare buoni e sensibili. Infatti si insiste particolarmente con i bambini. I figli dei rom non vanno a scuola, chiedono l’elemosina, non si può tollerare questa infanzia negata.  
Il pubblico in sala applaude e partecipa rumorosamente tanto che il presidente del Consiglio è più volte costretto a ripristinare l’ordine. I decibel aumentano ogni qualvolta viene nominata la cifra stanziata: un milione e trecentomila euro. Qui la crisi picchia molto duro e queste cifre fanno sobbalzare.
Parla anche l’esponente d’opposizione del Pd e non si avverte nessuna differenza con i colleghi della destra. L’unico che marca leggermente la diversità è il consigliere grillino che fa propria la battaglia dei contestatori all’esterno. In realtà prima si cimenta in una colossale gaffe dichiarando che l’amministrazione è riuscita a mettere d’accordo in consiglio comunale sinistra e destra (per sinistra intende il Pd) come fuori di esso Casapound e estrema sinistra. Qualcuno della sinistra antagonista minaccia di querelarlo ma poi si capisce che non voleva offendere ma trattasi soltanto del solito grillino “analfabeta politico” incapace di esprimersi utilizzando correttamente le categorie. Infatti la posizione poi assunta è quella giusta: basta campi nomadi, ecosostenibili o meno e assegnazione invece  di case popolari. E’ la proposta dei movimenti. Il superamento della logica del campo per una reale inclusione della popolazione rom.
Vedremo nelle prossime settimane come evolveranno le cose. Qui il comune per anni (guida Pd) è stato commissariato per infiltrazioni camorristiche ma la vita associativa della città ha vissuto, nel crollo dei consensi dei partiti,  una stagione frizzante e dinamica. Vedremo cosa succederà e vi terremo aggiornati.

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