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Crolla la cassa integrazione, ma solo perché non la danno più

Crollano le richieste di cassa integrazione a marzo. Secondo i dati appena diffusi dall’Inps, sono stati chiesti 52,3 milioni di ore di cassa con una diminuzione del 13% su febbraio 2016 e del 15,3% su marzo del 2015. Tra gennaio e marzo le ore di cassa chieste sono state 169,4 milioni con un calo dell’1% sullo stesso periodo del 2015. Le ore di cassa integrazione ordinaria autorizzate a marzo sono state 17,5 milioni contro i 22,6 milioni dell’anno prima, con un calo tendenziale del 22,8%. In particolare, la variazione tendenziale è stata pari a -12,8% nel settore Industria e -50% nel settore Edilizia.

A un occhio non attento, oppure alla propaganda governativa, potrebbe sembrare che questo sia dovuto a un miglioramento della situazione economica e dunque anche occupazionale. Va ricordato infatti che la cassa integrazione viene chiesta dalle imprese, che si sgravano così degli stipendi e dei contributi per i lavoratori, senza peraltro procedere immediatamente al licenziamento.

Ma non è così. Calano infatti non le richieste, ma le autorizzazioni concesse dal ministero del lavoro. Insomma, è lo stesso governo che le fa calare non approvando una parte consistente delle domande presentate dallee aziende.

Il tutto grazie alle novità introdotte lo scorso anno nel decreto che “riformava” gli ammortizzatori sociali. Sembra di stare in “fascisti su Marte”: l’aria (la crescita economica) non c’è, ma il governo ordina di respirare erché va tutto bene…

Calano anche le domande di disoccupazione (tra Naspi, Aspi, MiniAspi, disoccupazione e mobilità): 105.654, con un calo del 22,7% rispetto allo stesso mese del 2015. Lo rileva l’Inps spiegando che nei primi due mesi dell’anno le richieste di indennità di disoccupazione sono state 254.194 con un calo del 28,6%. Nei primi due mesi del 2014 le domande di disoccupazione erano state oltre 390.000 e oltre 355.000 nei primi due mesi del 2015.

Il perché, anche in questo caso, non dipende dai “successi” del Jobs Act, ma solo dall’esplosione dei pagamenti con il voucher…

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