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Viareggio. Il processo per la strage, ma nel silenzio dei media

Da tre giorni la Procura di Lucca (12, 14 e 15 settembre) sta conducendo la propria requisitoria nei confronti dei 33 imputati e delle nove società (italiane ed estere) proprietarie-gestori e manutentori del carro-bomba che trasportava Gpl (Gas di petrolio liquefatto). Un treno, ovvero una vera e propria multinazionale.
Tre giorni non sono stati sufficienti per la requisitoria dei Pm, quindi proseguirà domani, 16 settembre, e sicuramente anche lunedì 19. Poi, prendono la parola gli avvocati delle parti offese ed infine quelli degli imputati. La sentenza è annunciata tra fine ottobre e inizio novembre.
Per tutto la durata del processo, dal 13 novembre 2013, alle telecamere è stata vietata qualsiasi ripresa dell'aula giudiziaria. In questi giorni il Tg3 regionale non si è mai presentato, neppure fuori dell'aula, come spesso invece aveva fatto in questi anni.
Non dare alcuna informazione, non esercitare il diritto di cronaca, sul processo più importante che si tiene oggi in questo paese per il disastro ferroviario che ha provocato 32 Vittime e feriti gravissimi; che vede sul banco degli imputati manager e società “eccellenti”; che la stessa procura concluderà la sua requisitoria con la richiesta di condanne, è un fatto estremamente grave.
Una diserzione inaccettabile. La richiesta di condanna è dovuta alle responsabilità, alle omissioni, alle falsificazioni della realtà da parte di imputati, consulenti di parte e testimoni.
Nel dibattimento di questo processo abbiamo assistito alla passerella (ben retribuita) di falsificatori, manipolatori, fintitonti, amnesisti, nonricordisti e giocolieri della vita, della salute, della sicurezza degli altri, cioè di cittadini, viaggiatori, lavoratori, ferrovieri.

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