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Bologna. Se vuoi diventare ricco, fai il “comunicatore” per Merola

Aggiorniamo la lista delle amministrazioni comunali che si coprono di gloria nel semisilenzio dei media mainstream. L'articolo che segue, riguardante la giunta Merola (Pd) di Bologna è apparso su Repubblica, è vero, ma soltanto nella cronaca locale. Sia mai detto che l'opinione pubblica nazionale lo venga a sapere…

Interessante anche il tema su cui il Pd bolognese si pende, da solo, a male parole: la remunerazione dei "comunicatori" che dovranno innalzare peana all'azione del sindaco. Vero è che ormai la politica /quella istituzionale, castrata dai vincoli del "patto di stabilità", non esiste più e che quindi si tratta solo di "vendere un prodotto" con le stesse tecniche usate per i detersivi o le mutande, però…

Non siamo certo degli ammiratori degli stati Uniti, ma va comunque ricordato – per avere dei termini di confronto – che lo "stipendio" di Barack Obama è uggicialmente di 250.000 dollari (poi, certo, farà milioni tenedo conferenze…). Non ci resta dunque che prendere atto dello sforzo immenso che deve fare chiunque sia ssunto per dipingere con tinte entusiasmanti le scelte politico-amministrative di certi personaggi. Altro che fare il presidente Usa…

Come sottolineava un lettore bolognese, quindi istruito sull'andazzo cittadino: "Tutto molto bene.I soldi non ci sono per bloccare gli sfratti o i licenziamenti, ma ci sono per pagare delle persone che vi spiegheranno che non ci sono i soldi…"

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Bologna, il Pd litiga sui costi dello staff del sindaco

Finisce a urla e musi lunghi la riunione sulle spese per i comunicatori di Merola

Finisce tra urla e musi lunghi la riunione del gruppo Pd di venerdì, con all’ordine del giorno le spese dello staff del sindaco: un totale di 3,2 milioni di euro in cinque anni per la mega-squadra comunicazione di Palazzo d’Accursio. Metà dei consiglieri, renziani e bersaniani insieme, chiede addirittura che il sindaco venga a spiegare stipendi e coperture in aula. L’altra metà lo difende. Alla fine, il capogruppo Claudio Mazzanti chiude la discussione senza far votare gli eletti e assicura che il report sul “peso” dello staff sulle casse comunali verrà chiesto, ma alla giunta. Senza chiamare in causa necessariamente Virginio Merola.

Diversi i componenti dello staff del sindaco. Si parte dal portavoce del primo cittadino, Armando Nanni, ex direttore del Corriere di Bologna assunto in Comune con uno stipendio di 154mila euro lordi l'anno, e si arriva al folto team che si divide tra giunta e consiglio. Restano in qualità di addetti stampa, in particolare, Cristiano Zecchi (83mila e 200 euro annui) e Matteo Caselli (58mila e 300 euro annui). Si aggiunge, con delega al consiglio comunale, la ex portavoce di Sergio Cofferati Paola Frontera (82mila euro l'anno), mentre si occuperà della squadra degli assessori Giusi Marcante (58mila e 700 euro), ex direttrice di Radio Città del Capo. Al gabinetto del sindaco resta Enrico Di Stasi (57mila euro) e si aggiunge Matilde Madrid, mentre capo di gabinetto diventa Valerio Montalto (110mila euro). Direttore generale resta infine Giacomo Capuzzimati (161mila euro).

Tutto nasce da un odg del M5S, che andrà in consiglio tra domani e la prossima seduta, in cui si chiede a Merola di tagliare le spese dello staff, e di devolvere l’eccedente al piano Casa. Un atto che porta a galla tutti i maldipancia in casa dem sulla spesa da 3,2 milioni per lo staff comunicazione. Una parte dei consiglieri, trasversale alle correnti, pur non volendo votare l’odg pentastellato, non manda giù lo strappo alla sobrietà del sindaco. Dalla capolista Giulia De Girolamo, a Vinicio Zanetti, ai renziani Raffaella Santi Casali e Marco Lombardo, al bersaniano Raffaele Persiano, al cuperliano Michele Campaniello, tutti chiedono che Merola venga in aula a dire come siano stati parametrati gli stipendi e quali siano le coperture a bilancio, che Merola ha promesso di spiegare proprio in sede di budget.

"Voteremo a favore della relazione del sindaco sullo staff, ma deve essere chiaro che questa spesa è una scelta sua, non del Pd" è la tesi dei “ribelli”. A nulla valgono le spiegazioni del capo di

 

 

 

 

 

 

gabinetto e dell’assessore al Bilancio. Nè le ragioni di un’altra parte dei consiglieri, che invece difende Merola, da Simona Lembi, in lizza per una delega in città metropolitana, a Federica Mazzoni, a Isabella Angiuli, vicina a Matteo Lepore. La discussione alla fine non viene messa ai voti, complice anche l’assenza di alcuni eletti, ma tra i dem restano le divisioni. E la voglia, tra un anno, di chiedere una verifica dell’operato del mega-staff.

da http://bologna.repubblica.it/

Vedi anche: https://contropiano.org/news/politica-news/2016/09/26/media-regime-doppio-binario-fisso-083991

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