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A Cona la voce e la rabbia dei migranti per Sandrine

La voce e la rabbia dei profughi scesi in piazza ieri a Conetta-Cona per chiedere Verità e giustizia per Sandrine Bakayoko, morta nel centro di accoglienza due settimane fa. Giustizia, Diritti e Dignità sono stati rivendicati contro il malaffare e lo sfruttamento. Riaffermata la richiesta di permesso di soggiorno umanitario e lavoro dignitoso per tutte e tutti. 

Questo modello d'accoglienza èsi rivela infatti un sistema "affaristico" a discapito dei diritti e della dignità delle persone. E lo Stato attraverso il governo ne è il responsabile politico. Ed è proprio all'interno di contesto che è morta Sandrine Bakayoko. Un sistema in cui le persone sono merci o pacchi postali che generano profitto di varie fattispecie. Basta ricordare il piano fallimentare detto Emergenza Nord Africa 2011 – 2013 costato un miliardo e 300 milioni di euro. Anche in quell'occasione non vennero garantiti, con poche eccezioni, né un'accoglienza dignitosa ai profughi e né un lavoro dignitoso agli operatori. Perché i mercenari dell'accoglienza si arrichirono con la complicità di apparati dello Stato. E non è solo Mafia Capitale. Perché ci sono quelli, e sono tanti, che probabilmente non verranno sfiorati dalle inchieste giudiziarie. Sono proprio questi a muoversi come dei cartelli dell'accoglienza senza accogliere. Allora se questo è il sistema, è giusto e opportuno liberarsene attraverso la lotta. "Parlo della lotta sul campo come quello ieri a Bruxelles e di oggi a Conetta-Cona" denuncia Aboubakar Souomahoro della Coalizione Internazionale Sans Papier e Migranti e attivista dell'Usb,." E non può più restare nel silenzio l'ipocrisia e l'ambiguità di alcune persone che predicano il cambiamento nei centri d'accoglienza, quando poi scopriamo che hanno tutte l'interesse a mantenere lo status quo. Perché quei centri sono in realtà la loro fonte di reddito. Insomma tocca ricordare che in un centro d'accoglienza non ci sono automi ma esseri umani. Quindi liberiamoci da questa mostruosità chiedendo il rilascio di un permesso di soggiorno umanitario e opponendoci ad ogni forma di privazione delle libertà. Come i CIE e le deportazioni".

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