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Il 25 marzo sono attesi a Roma pericolosi blackblock. Noi saremo in piazza per fermarli

I distruttori vengono da tutte le capitali della Unione Europea, qui mostriamo alcuni dei volti più noti, e sono responsabili di una gigantesca ondata di devastazioni e saccheggi. I colpi delle loro azioni hanno danneggiato gravemente e compromesso forse per sempre il lavoro e il reddito, la scuola, la sanità, le pensioni pubbliche, lo stato sociale e la stessa democrazia.

Essi scatenano i loro raid in tutti i paesi della UE, ma soprattutto in quelli economicamente più fragili. In Grecia in particolare essi hanno sperimentato le più raffinate tecniche di desertificazione sociale e civile, con danni tali che quel paese è tornato indietro di 100 anni. Ora i devastatori si chiuderanno nelle loro zone rosse per agire indisturbati a danno del 90% dei popoli e a favore di una piccola minoranza di super ricchi, che sta rastrellando i risultati dei loro saccheggi.

Il 25 marzo noi saremo a Roma per fermare i devastatori e difendere la nostra terra e le nostre vite dai loro assalti.

Ci vediamo alle 14 in Piazza della Repubblica.

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1 Commento


  • Giovanni Lamagna

    Condivido e sottoscrivo la definizione di “distruttori” e “devastatori” che Giorgio Cremaschi affibbia ai governanti degli Stati europei che si riuniranno a Roma il 25 p. v.

    Non condivido, invece, (lo dico per inciso) il terzo termine, quello di “blackblock”. Perché questi agiscono a viso coperto, mentre i governanti europei agiscono a viso scoperto.

    Questo ragionamento però non può oscurare l’altro ragionamento (meno importante – non ci sono dubbi – ma altrettanto decisivo per la riuscita e il successo del conflitto che vogliamo mettere in atto contro i distruttori e i devastatori dei governi) sulle forme e gli strumenti di lotta.

    Io credo che bisogna osteggiare, senza se e senza ma, i grandi “distruttori” e “devastatori” che agiscono dall’alto. Ma bisogna contrastare anche i piccoli “distruttori” e “devastatori”, i “professionisti dello scontro di piazza”, che, presenti al nostro interno, agiscono dal basso e (almeno per me) danneggiano (molto spesso) le sacrosante ragioni del movimento.

    Ovviamente non metto sullo stesso piano i primi e i secondi. Ma, mentre combatto i primi, voglio fare una piccola battaglia politica anche contro i secondi.

    Quindi chiedo: a Roma si intende fare una manifestazione dura, radicale, ma assolutamente pacifica? O già sono da mettere in conto i soliti scontri finali con le “forze dell’ordine”, senza i quali la manifestazione da alcuni evidentemente non si intende bene riuscita?

    Nel primo caso vi parteciperò convintamente e perfino con entusiasmo.

    Nel secondo caso (lo dico da subito) mi tiro fuori, anche se a malincuore e con dispiacere.

    Giovanni Lamagna (Napoli)

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