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Vigili del fuoco e Gay Pride, nessuno imbavaglierà USB

L’ultimo iscritto al foltissimo club italiano dei diritti negati è il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, che sprezzante del ridicolo e in ossequio all’aria di restaurazione e repressione sempre più violenta nel paese, ha avviato un’azione disciplinare contro Costantino Saporito, coordinatore nazionale Usb dei vigili del fuoco, colpevole di aver sfilato il 10 giugno al Gay Pride romano con la divisa da lavoro insieme a un folto gruppo di compagni. La notizia della contestazione disciplinare ha avuto amplissima eco, tanto da provocare una risentita reazione del Dipartimento che, dopo aver sdegnosamente rigettato ogni sospetto di ombre omofobe, addirittura arriva a minacciare azioni legali contro Usb.

È tempo che al Dipartimento dei Vigili del Fuoco e per conoscenza al Viminale, sappiano alcune basilari cose:

1) Non è la prima volta che Usb sfila al Gay Pride: l’anno scorso un esecutivo confederale venne interrotto per permettere la più ampia partecipazione alla manifestazione.

2) I diritti e la dignità delle persone, prima ancora che dei lavoratori, rappresentano per Usb confini invalicabili: negare o permettere il diritto di manifestare il proprio pensiero a seconda dell’abito che si indossa appartiene al piccolo mondo antico dei padroni.

3) Nascondersi dietro tardive e macchinose disposizioni elaborate su misura contro Usb e i suoi rappresentanti all’interno dei Vigili del Fuoco, per togliere loro voce e agibilità civile, sindacale e politica è operazione risibile.

4) La finta indignazione per un’accusa di omofobia che nessuno ha mai avanzato, somiglia tanto alla favola dell’excusatio non petita

5) Nessuno, e ripetiamo “nessuno”, riuscirà a mettere il bavaglio all’Unione Sindacale di Base. Tocchi uno, tocchi tutti.

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