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Roma dice No all’estate nera di Minniti

Un’estate nera, quella che si è appena conclusa. Nera per la democrazia e i diritti umani.
In meno di un anno di attività, il governo Gentiloni ha promosso un duro attacco ai diritti fondamentali, tanto in politica estera, causando sofferenze al di là dei confini, quanto nelle nostre città, istituzionalizzando il razzismo che esacerba la guerra sociale nei territori che attraversiamo tutti giorni. La scelta consapevole è inseguire sul suo terreno la destra più reazionaria e xenofoba.
Da un lato, gli attacchi e le restrizioni alle ONG che negli anni hanno salvato migliaia di vite nel Mediterraneo, gli accordi e i finanziamenti a Niger, Libia e Ciad per costruire veri e propri lager dove i migranti vengono detenuti tra violenze e soprusi. Dall’altro le politiche liberticide del decreto sicurezza, che in nome di una distorta idea di decoro attaccano gli ultimi, invece di combattere la piaga dell’impoverimento promuovendo politiche di welfare e l’estensione dei diritti.
Lo zelo nella pulizia sociale del centro sinistra è tale, che incontra anche il plauso della destra neofascista, che ringrazia Marco Minniti, “uomo della provvidenza” del Partito Democratico, che riscuote simpatie anche tra coloro che alzano scudi contro lo Ius Soli, ormai sparito dall’agenda politica. La strada tracciata dal ministro dell’Interno, per salvaguardare la “tenuta democratica” del paese, è segnata dalla chiusura dei confini e dall’uso indiscriminato della forza pubblica.
Diretta conseguenza di queste politiche, il vergognoso sgombero dei/lle rifugiati/e di piazza Indipendenza, a Roma, le cui modalità brutali sono state condannate persino dall’Unhcr. Cariche contro chi dormiva in terra, idranti spianati contro anziani, bambini lasciati per strada. Il tutto con la complicità della giunta Raggi, che in contrapposizione al governo ha praticato un orrido scaricabarile sulla pelle degli sgomberati. Sul tema dell’accoglienza e della sicurezza, infatti, non si nota più alcuna differenza tra il PD, il M5S e la destra, tutti impegnati a inseguire gli umori più bassi del Paese. Ulteriore conseguenza di queste politiche è la narrazione tossica e sessista portata avanti sugli innumerevoli stupri e femminicidi. La violenza non ha passaporto, è praticata dagli uomini senza distinzione, mentre i media ed il governo strumentalizzano il corpo delle donne per rafforzare narrazioni xenofobe e politiche securitarie.
Ma questo Paese, questa città, non possono restare muti dinanzi a tanta barbarie. La Roma orgogliosamente antifascista ed antirazzista rifiuta la guerra ai più deboli ed il razzismo istituzionale. C’è una parte importante di questa città che crede che solidarietà, mutualismo e diritti, siano le uniche risposte possibili dinanzi alla crisi economica.
Rifiutiamo ogni razzismo, sia quello di Minniti sia quello speculare delle destre xenofobe che indicano nei migranti un facile capro espiatorio.
La Roma solidale deve prendere parola, sbugiardare la retorica di Minniti, invitato alla Festa dell’Unità a far sfoggio dei risultati delle sue politiche brutali.

Appuntamento martedi 26 settembre alle ore 20.00 davanti al Macro (ex Mattatoio di Testaccio)

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