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Forza Nuova a Forlì tira fuori i bastoni. Mica come a Repubblica…

L’aggressione ai danni del segretario Fiom Gianni Cotugno in piazzetta Misura a Forlì da parte di militanti di Forza Nuova rappresenta un fatto gravissimo che riguarda tutti noi. Riguarda anche Cesena, Savignano e Rimini, dove da tempo gli stessi neofascisti intervenuti a Forlì organizzano le cosiddette ronde “per la sicurezza”. E’ evidente che il loro concetto di sicurezza mette in pericolo tutti coloro (migranti, persone omosessuali e antifascisti, ma non solo) che sono al di fuori della visione piccola piccola che questi individui hanno del mondo. 

Quanto successo a Forlì venerdì 8 Dicembre non rappresenta un precedente. Non ci dice niente di nuovo sulle modalità dei militanti neofascisti: dalla sua fondazione (allora come adesso!) il fascismo è prepotenza; è soppressione di tutto ciò che rappresenta una diversità; è violento per sua stessa natura. La cronaca recente ne dà conferma. A Fermo nel Luglio 2016 un giovane nigeriano, Emmanuel Chidi Nnamdi, è stato ucciso da un neofascista. A Rimini, l’inverno scorso, un altro nostalgico del ventennio ha cercato di fare la stessa cosa ai danni di un altro africano residente in città… Non si dica che non ha senso, al giorno d’oggi, confrontarsi politicamente sui temi dell’antifascismo. Questo tipo di istanze è responsabile, da una parte, di un rigurgito di rivendicazioni neofasciste e di violenza ovunque nel nostro Paese;  dall’altra di aver indebolito gli anticorpi di tutti i cittadini nel riconoscere il fascismo per ripudiarlo. 

Piuttosto, bisogna riconoscere che il problema è più grave di quanto pensavano alcuni. Al di là dei neofascisti (la cui presenza è di per sé molto preoccupante), a noi di RomagnaMigrante preoccupa il processo di “fascistizzazione” della società che da tempo osserviamo, anche a Cesena. Non è un caso che i militanti di Forza Nuova abbiano calcato l’onda delle proteste contro l’arrivo dei profughi a Borello, nell’inverno 2016, quando hanno raccolto sodali tra alcuni giovanissimi della zona che, a distanza di un anno, si danno appuntamento il sabato mattina per sventolare le bandiere nere del loro partito nelle vie del centro cittadino. Ancora, non è un caso che i cesenati si stiano abituando a vedere in città banchetti tenuti dai neofascisti di Casa Pound con le loro proposte di legge sempre per gli Italiani e contro chi italiano non è. ‹‹Prima gli Italiani!››, come a intendere (in modo assurdo) che il bene del nostro popolo debba andare a discapito di altri popoli. Il processo di “fascistizzazione” cui assistiamo passa attraverso una nuova narrazione che i neofascisti fanno di loro stessi, con l’avvallo di alcuni mezzi di informazione. Loro si descrivono “civili” e “democratici”. Ebbene, questa maschera è caduta -ancora una volta- venerdì 8 Dicembre in Piazzetta Misura. 

Di cosa abbiamo bisogno ancora per indignarci di fronte all’esistenza delle formazioni neofasciste?! Qualcuno risponderà che la loro presenza a Cesena non è contraria alla legge…vero! Ma lo sono gli strascichi d’intolleranza e discriminazione che i neofascisti sempre si portano dietro. 

Parliamo chiaro: purtroppo non esiste nessun vaccino contro il fascismo. Non saremmo qui a scriverne a distanza di tanti anni da quel 1943 quando Cesena venne liberata (“Nessuna conquista è per sempre!”). RomagnaMigrante nutre dubbi sul fatto che lo si possa bandire definitivamente attraverso una legge. Tanto più perché il governo a marchio PD del DDL Fiano è lo stesso dei patti bilaterali con le tribù che in Libia investono il denaro italiano che arriva a fiumi per rinchiudere in veri e propri lager migliaia di uomini e donne migranti (e tantissimi minori) che viaggiano dai vari paesi africani verso nord, per raggiungere l’Europa. Gli anticorpi al neofascismo di oggi (che è tanto più subdolo quanto cerca di legittimarsi come un fenomeno “democratico”) si sviluppano nelle pratiche quotidiane contro ogni prepotenza, nelle pratiche di solidarietà dal basso, come quelle che noi di RomagnaMigrante cerchiamo di mettere in campo giorno dopo giorno. Si sviluppano, ancora, in una sacrosanta indignazione in primis contro la presenza dei neofascisti sempre più visibili nelle nostre strade e poi anche contro chi vorrebbe “sdoganarli”, includendoli nell’agone politico delle nostre città. In definitiva, gli anticorpi al neofascismo si sviluppano prendendo posizione, anzitutto, come cittadini. E’ tempo che tutte le anime veramente antifasciste della nostra città si facciano sentire!

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