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Roma. I Carabinieri hanno deciso, da soli, che “la politica non entra nelle scuole”

E’ successo qualcosa di veramente grave a Roma: la repressione che colpisce tutti i giorni gli attivisti, i militanti, i settori popolari e i lavoratori organizzati di questo paese è arrivata nelle scuole.

Noi studenti della Campagna Bastalternanza Venerdì 26 Gennaio ci trovavamo fuori dal liceo artistico Ripetta di Roma e stavamo consegnando dei questionari sull’alternanza scuola-lavoro, delle semplici domande dirette agli studenti sulla loro esperienza, sulle loro opinioni e critiche a riguardo.
Ma ecco che presto (7.50 del mattino) spunta fuori una volante dei carabinieri: due agenti in divisa scendono e ci dicono che “LA POLITICA NON DEVE ENTRARE NELLE SCUOLE” e ci chiedono di far vedere il questionario e i volantini che stavamo distribuendo.
Nel frattempo un’altra volante era stata inviata anche al liceo artistico Pinturicchio, sempre per assicurarsi che gli studenti non provassero a manifestare troppo il loro dissenso.

Questa mattina, martedì 30 Gennaio, ci siamo recati al liceo Pinturicchio per presentare agli studenti la nostra campagna contro l’alternanza scuola-lavoro, distribuendo volantini che spiegano la nostra contrarietà a questo sistema di sfruttamento.
Con un megafono e uno striscione abbiamo parlato della Buona scuola, degli effetti devastanti sulla scuola pubblica italiana, di un milione di studenti mandati a lavorare gratis e senza tutele, di una didattica che risulta frammentata e un diritto allo studio calpestato, di un paese con un altissimo tasso di disoccupazione giovanile che tenta di abituare le nuove generazioni alla precarietà e allo sfruttamento.
Ma ecco che nuovamente si presenta una volante dei carabinieri, questa volta davvero imbestialiti. Appena scesi dalla macchina si rivolgono con tono furioso a uno studente (“vedi di fare l’educato, parla bene quando ti rivolgi a noi”), ci chiedono di far vedere lo striscione e i volantini e di disperderci immediatamente.
Ovviamente chiediamo quale sia il motivo di tutta questa agitazione e ci rispondono in modo sbrigativo che sono stati chiamati perchè stavamo manifestando fuori scuola e che “i volantini vanno bene, ma lo striscione e il megafono no”, sembra quasi una “manifestazione non autorizzata”.
Poi CI CHIEDONO I DOCUMENTI, segnano tutti i nostri nomi, si prendono i nostri volantini, fanno le foto a tutto e rimangono a presidiare la scuola.

Riteniamo che ciò che è successo a Roma sia veramente grave e che questa azione intimidatoria vada condannata senza se e senza ma, perchè limita gli spazi di democrazia e di discussione addirittura all’interno delle scuole dove noi studenti cresciamo e ci formiamo.
Il loro intento è quello di spaventarci, di bloccarci attraverso lo strumento della paura. Ma noi non possiamo permetterglielo.

Ci sfruttano sin da quando siamo minorenni obbligandoci a lavorare gratis, ci consegnano un futuro fatto di precarietà, individualismo e competizione, ci distruggono la scuola, ci privano del diritto allo studio e oggi ci hanno dimostrato che ci vogliono anche chini e a testa bassa di fronte a tutto questo.
Noi non ci stiamo, non ci faremo spaventare facilmente. Continueremo, oggi più di ieri, a farci sentire dentro le nostre scuole, contro la repressione che ci vuole servili e contro lo sfruttamento che viviamo ogni giorno.
BASTA REPRESSIONE E BASTA ALTERNANZA!

 

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