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Dalla rottura della Ue all’alternativa. Al Collision Fest di Roma spazio all’internazionalismo

Sabato 19 maggio, nell’ambito del “Collision Fest” organizzato da Noi Restiamo e dalla Rete dei Comunisti negli spazi del Centro Sociale Intifada di Roma (via di Casabruciato 15), si svolgerà un incontro/dibattito sulla lotta contro l’Unione Europea che vedrà la partecipazione di esponenti di diverse forze politiche europee.

Oltre a Marco Santopadre e a Sergio Cararo, della Rete dei Comunisti, a partire dalle 17 di sabato prossimo interverranno Mireia Vehì, ex deputata delle Candidature di Unità Popolare della Catalogna, Nikos Galanis, di Unità Popolare (Grecia), Lur Gil Rey di Askapena (Paese Basco) e Bénédicte Monville (France Insoumise).

I vari interlocutori si confronteranno sul tema della rottura con l’Unione Europea e della lotta per un’alternativa progressista, di classe e internazionalista a quello che si configura sempre di più come una costruzione antipopolare e antidemocratica, in competizione con gli Stati Uniti e con le altre potenze mondiali. Una competizione che – è sotto gli occhi di tutti – ha già riportato il pianeta in un clima di guerra e di militarizzazione.

Tutti i movimenti politici presenti al dibattito hanno da tempo posto il tema della rottura dell’Unione Europea al centro della propria analisi e della propria mobilitazione, a partire dalla specificità della propria situazione. Dopo quanto accaduto in Grecia, dove Unità Popolare ed altre forze della sinistra sociale e politica radicale sono impegnate a contrastare i diktat dell’Unione Europea e dei mercati finanziari applicati da quel governo Syriza-Anel che aveva promesso di restituire la sovranità al popolo e di combattere le misure di austerità e i sacrifici a senso unico che invece ora sta imponendo a milioni di cittadini e lavoratori impoveriti da anni di tagli e privatizzazioni, lo schieramento a fianco della repressione spagnola da parte dell’establishment europeo in occasione del referendum sull’indipendenza della Catalogna ha chiarito per l’ennesima volta la natura di quello che si configura come un polo imperialista in costruzione.

Il tema della repressione dei diritti sociali e nazionali è al centro della mobilitazione dell’organizzazione internazionalista Askapena, che nei prossimi giorni terrà un giro d’iniziative in alcune città basche alla presenza anche di alcuni rappresentanti della Piattaforma Sociale Eurostop e che definisce senza mezzi termini l’Unione Europea uno strumento di dominazione creato dalle borghesie continentali e al servizio dei loro interessi.

Da parte sua, il movimento francese guidato da Melenchon ha avuto il merito, negli ultimi mesi, di rilanciare una battaglia sul “piano B” e sulla lotta contro i trattati europei scritti all’insegna dell’ordoliberismo, del massacro sociale e della negazione della sovranità popolare e della democrazia. Una battaglia che troppo spesso le sinistre europee tendono a lasciare in secondo piano o addirittura a rifiutare in nome di un malinteso “internazionalismo” che in realtà tende a coincidere con la globalizzazione imperialista e la dimensione sovranazionale del vorace capitale continentale.

Oltre che sull’analisi della natura e delle responsabilità dell’Unione Europea gli esponenti dei diversi movimenti politici europei si confronteranno sulle possibili alternative, a partire da quell’Alba Mediterranea che nella riflessione della Rete dei Comunisti dovrebbe costituire un esperimento di aggregazione sovranazionale basata sull’eguaglianza, la sussidiarietà e la complementarietà contrapposta ad un polo imperialista europeo fondato sul colonialismo interno e su una gerarchizzazione che favorisce gli interessi franco-tedeschi a scapito dei popoli e dei paesi della periferia dei cosiddetti Piigs.

Mai come ora, alle pericolose collisioni tra potenze e blocchi in competizione per i mercati, i corridoi, i profitti, le risorse, occorre contrapporre la collisione tra una nuova e dinamica alleanza tra le classi popolari e i popoli in lotta e gli interessi del Capitale e le minacce dell’imperialismo.

 

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