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Roma. Il Giro, la vergogna e la polizia

Domenica 27 maggio si è tenuta a Roma la tappa finale del “Giro della Vergogna”, ossia del Giro d’Italia che quest’anno è partito da Israele, o meglio, dalla Palestina occupata dato che si correva anche a Gerusalemme e in altri territori colonizzati dai sionisti.

Questo evento sportivo è venuto a cadere in uno dei periodi peggiori della criminale aggressione israeliana che negli ultimi due mesi ha causato 114 morti e più di 13.000 feriti. In concomitanza con il Giro della Vergogna, c’è stato lo spostamento della ambasciata USA a Gerusalemme, gesto teso a sostenere l’occupazione. Va anche ricordato che Israele (oggi più che mai) sta giocando un ruolo di folle destabilizzatore in tutto il Medio Oriente, attaccando la Siria e le forze armate iraniane. In sostanza, Israele è in un’eccezionale fase di aggressività e sta compiendo crimini più efferati del solito, per questo gli serve di “ripulirsi l’immagine” e di evitare l’isolamento internazionale: gli organizzatori del Giro si sono prestati a questa sporca operazione.

La tappa romana si è svolta su un circuito cittadino da ripetersi undici volte. I movimenti di solidarietà con la Palestina si erano dati appuntamento a Circo Massimo, si erano schierati a margine della strada a sventolare bandiere, a scandire slogan e a lanciare insulti. Per diversi giri non ci sono stati fatti di rilievo se si esclude qualche marginale gesto isolato con il tentativo di invasone del circuito. Tuttavia con il susseguirsi dei giri i corridori hanno iniziato a rispondere a tono agli insulti. La situazione era colorita ma tranquilla, fino a quando un corridore ha sferrato con forza la propria borraccia contro il pubblico. Quel grave gesto ha fatto innervosire tutti i presenti e la Polizia, al di fuori di ogni logica, ha iniziato a spintonare i manifestanti. Cioè la Polizia l’è presa con la vittima e non con l’aggressore.

Di fronte a ciò i manifestanti hanno reclamato pacificamente con la Polizia che si è mostrata sorda ad ogni appello alla calma. Fortunatamente dopo pochi minuti era tutto rientrato e i nervosismi sembravano sotto controllo.

Al successivo passaggio dei corridori, uno dei manifestanti del gruppo a cui era stata lanciata la borraccia ha risposto tirando una bottiglietta vuota sulla strada. A quel punto la Polizia ha repentinamente attaccato i manifestanti, trattenendo quelli che cercavano di reagire alle botte. Dopo diversi errori tecnici sulle modalità di condotta in piazza (sia della Polizia che di alcuni manifestanti), la situazione è degenerata. I manifestanti sono stati allontanati a spintoni dal percorso della gara, tra questi anche degli anziani che sono rovinati al suolo. Alcune persone sono state picchiate da diversi poliziotti in contemporanea. Ad un ragazzo che era stato fermato è stata fatta una presa a strangolamento e quando il suo volto era ormai paonazzo è caduto a terra, a quel punto (sebbene non fosse in grado di fare più alcuna resistenza) tre poliziotti gli sono saliti sopra, continuando ad ostacolargli la respirazione.

Coloro che hanno provato a documentare le violenze della Polizia sono stati allontanati a spintoni e minacce.

Per tutta la manifestazione alcuni poliziotti hanno ripreso ininterrottamente con foto e telecamere i manifestanti, quando è iniziato il parapiglia uno dei poliziotti con in mano la telecamera ha affermato sarebbero stati tutti denunciati, anche chi si limitava ad incitare. Oltre a negare il diritto a manifestare, oltre ad aggredire fisicamente, la Polizia ha mosso un attacco psicologico volto a limitare la libertà d’espressione. La serie di diritti violati è enorme per dei fatti che sono durati solo alcuni minuti.

Alla fine il bilancio è di sei manifestanti fermati, mentre non è dato sapere sulle conseguenze fisiche di chi è stato colpito dalle Forze dell’Ordine.

La Polizia ha avuto una reazione fuori luogo e smisurata, che ha messo a repentaglio l’incolumità di molte persone ed ha fatto un uso scellerato e sproporzionato della forza.

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