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“Di razzismo e di mafia si muore, siamo tutti Soumaila”

Chi fomenta da anni l’odio razzista è responsabile in prima persona dell’omicidio di Soumaila Sacko, immigrato dal Mali, sindacalista Usb dei braccianti, padre di una bambina di 5 anni.

Soumaila è stato ucciso con un colpo di fucile mentre insieme a due compagni di lavoro, Madiheri Drame e Madoufoune Fofana, rimasti feriti, cercava di recuperare delle lamiere da una fabbrica abbandonata per costruire un altro rifugio nella baraccopoli di San Ferdinando. Un inferno dove sopravvivono circa 4.000 braccianti impegnati nella raccolta.

Soumaila era un “regolare”, secondo le leggi di questo paese, ma non aveva per questo smesso di lottare insieme alle migliaia di fratelli trattati come bestie nelle campagne di tutta Italia. E soprattutto nel Sud, dove spesso lo sfruttamento è gestito da gruppi malavitosi, senza che “le autorità” ritengano di dover intervenire.

Il massimo della vergogna va comunque attribuito a quei media – quasi sempre gli stessi che incitano all’odio razziale, ma non solo loro – che hanno provato a “minimizzare” un omicidio scrivendo o dicendo che Soumaila fossero “in procinto di commettere un furto”… Un’infamia che la dice lunga su quanto la retorica di Salvini trovi sostegno anche in quell’establishment che finge di indignarsi per le sue sparate.

Inaccettabile non è cercare lamiere per costruirsi un riparo, ma​ essere costretti a vivere in un riparo fatto di vecchi lastroni d’alluminio per guadagnare il pane. Qualcuno chiama tutto questo “pacchia”, come il nuovo ministro degli Interni, che ha fin qui realizzato il successo elettorale promuovendo la guerra tra poveri ed una generale regressione della nostra società.

Non è stato insomma un “incidente di percorso” o un caso isolato. Decine di episodi ​di soprusi e violenza razzista accadono ogni mese, ma vengono denunciati solo quando ci sono dei feriti.

Tutto ciò è anche il frutto del “trattato di Dublino”, che impedisce ai migranti la libera circolazione nella “democratica” Unione Europea; un trattato pensato per mettere a disposizione degli imprenditori – anche del nostro paese – forza lavoro a basso costo, ricattabile, e al tempo stesso capro espiatorio perfetto per deviare il crescente disagio sociale prodotto da politiche di austerità che impoveriscono le popolazioni e aumentano le disuguaglianze.

Potere al Popolo aderisce allo sciopero dichiaranto dall’Usb e ha indetto una manifestazione a Napoli, per oggi pomeriggio alle 18.

Di razzismo e di mafia si muore, siamo tutti Soumaila.

Non avremo tregua finché non accada mai più. Oggi più che mai, Restiamo Umani.

*Le foto, dal presidio di Roma ieri pomeriggio, sono di Patrizia Cortellessa

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