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Rocca di Papa respinge la provocazione razzista di CasaPound

Se c’è una cosa facile, in questo paese, è farsi pubblicità gridando contro i migranti. Così una ventina di “putribondi figuri” di Casapound e dintorni ha cercato di sfruttare l’annunciato arrivo dei migranti sbarcati dalla Diciotti presso la struttura di accoglienza “Mondo Migliore”, di proprietà del Vaticano, a Rocca di Papa.

Gentaglia in maggiornaza proveniente da Roma (a parte un paio di “guide locali”), pronta a sbraitare a beneficio delle telecamere, ma ben prima che i migranti arrivassero. Una recita in piena regola, come se non fossero proprio loro – i fascisti di Casapound di Roma – il “servizio d’ordine” di Salvini prima che il leghista diventasse ministro dell’interno. E come se non fosse stato proprio Salvini ad “autorizzare lo sbarco” e la permanenza in Italia dopo l’accordo con la Cei.

Ma non sono riusciti a fare il “monologo”, dunque a recitare la parte dei “60 milioni di itagliani” che starebbero dalla parte del razzismo di Stato (veri “anti-sistema”, no?).

A contrastarli è infatti arrivata un nutrito “pattuglione antifascista”, composto quasi esclusivamente di attivisti dei Castelli Romani (“padroni in casa loro”, si potrebbe aggiungere), e solo la presenza in forze della polizia ha impedito che i fascistelli del terzo millennio venissero fatti rotolare giù dalla collina della Rocca.

I media mainstream, ottusi quanto basta, non hanno trovato di meglio che buttarla sugli “opposti estremismi” o, se non altro, sulle “due Italie” percorse da opposte ideologie. Come se il razzismo fosse un’opinione come le altre, con cui “ci si misura” discutendo pacatamente. Basta ascoltare il delirio di cazzate profferito da quella gentaglia per capire che con i fascisti non si discute; li si può solo combattere ed espellere dal corpo sociale.

Un grazie di cuore, insomma, a tutti gli attivisti dei Castelli che lo hanno fatto.

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