Menu

Italia. L’integralismo cattolico ai tempi della Lega

La chiesa, situata nel centro di Roma, in una piazzetta piena di macchine, non ha molto che possa attrarre lo sguardo. Non è che la facciata ocra della Santissima Trinità dei Pellegrini sia poco gradevole. Con il suo colonnato e le sue statue dei quattro evangelisti, si potrebbe persino convenire che abbia una sua eleganza. Ma è situata in un contesto in cui la competizione in quanto a bellezza è piuttosto dura…

No, questa chiesa è solo un luogo di culto come altri, perduta in uno scenario fuori dal comune. Ha, senza dubbio, una particolarità che la circonda di un aura provocatrice: nel 2008, il papa Benedetto XVI autorizzò che la messa fosse celebrata in essa secondo il rito tridentino. Insomma, è l’unica chiesa di Roma in cui la messa si celebra in latino.

Ogni mattina, alle 7:15, si celebra una funzione davanti a un pugno di fedeli, secondo un rito immutabile e ipnotico: il prete dice la messa a bassa voce, come tra sé e sé, dando le spalle all’assemblea, e non di fronte ad essa. Sotto la navata, niente a che vedere con l’affluenza delle domeniche: la presenza è scarsa. Ci sono uno o due uomini in vestito elegante, donne immobili, con il capo coperto o altri vestiti più informali, venute a ricevere la comunione in ginocchio prima di iniziare la loro giornata di lavoro.

In mezzo a questo piccolo gruppo si trova tutte le mattine, o quasi, uno degli uomini più potenti d’Italia. Lorenzo Fontana, 38 anni, è il Ministro della Famiglia del governo Conte, ed è anche una delle persone più vicine al Ministro degli Interni Matteo Salvini. Il parroco della parrocchia, Vilmar Pavesi, fortemente conservatore, è originario di Verona, come L. Fontana, e si presenta come il “consigliere spirituale” del ministro. Non è raro vederli, alla fine della messa, dirigersi verso la sacrestia per discutere tranquillamente.

I fedeli di Salvini

Lorenzo Fontana, militante della Lega Nord fin dall’adolescenza, è rimasto molto tempo nell’ombra, sia per volontà sia per effetto dell’allontanamento –è stato deputato europeo dal 2009 fino al suo ingresso nel governo, en 2018. Però oggi, quando la Lega (nuovo nome della Lega Nord) condivide il potere con il Movimento 5 Stelle (M5S, antisistema), la sua influenza è considerevole.

Prima di tutto per la sua statura intellettuale (è laureato in scienze politiche e in storia del cristianesimo), però anche per la sua grande vicinanza al “capitano”, il milanese Matteo Salvini. “Quando fu eletto al Parlamento Europeo, nel 2009, Fontana aveva un piccolo appartamento a Bruxelles”, ricorda un testimone della sua scalata. “E siccome Matteo, che pure aveva un seggio, non ce l’aveva, vivevano insieme”. In un partito in cui tutto dipende dal capo, non è poca cosa.

Questi due hanno passato notti intere discutendo insieme”, prosegue questo testimone. “E , in fin dei conti, è stato senza dubbio lui che ha convinto a Salvini a trasformare profondamente la Lega Nord in partito nazionale, ultraconservatore e identitario, ossessionato dal declino dell’Occidente”. Senza Lorenzo Fontana, quel partito no sarebbe senza dubbio completamente lo stesso.

L’influenza di Fontana è apparsa apertamente il 24 febbraio: di fronte alla cattedrale di Milano, Matteo Salvini ha giurato sui vangeli di “essere fedele al [suo] popolo”.

Per temperamento, Matteo Salvini si appoggia a un circolo molto ristretto di fedeli. Giancarlo Giorgetti, l’attuale Segretario di Stato della Presidenza del Consiglio, è l’uomo dell’ambiente degli affari, colui che tranquillizza la borghesia del Nord assicurandole che nulla di grave si intraprenderà contro di lei. In forma più discreta, Lorenzo Fontana, l’amico veronese, “lavora” all’estrema destra e nel mondo cattolico tradizionalista. È l’anima della rivoluzione conservatrice che la Lega cerca d’imporre, e la sua ambizione va abbastanza oltre i discorsi sulle persone migranti, che hanno fatto di Matteo Salvini il responsabile politico più popolare d’Italia, e il vero uomo forte del governo.

L’influenza di Fontana è comparsa apertamente il 24 febbraio, nell’incontro di chiusura della campagna delle legislative. Davanti alla cattedrale di Milano, Matteo Salvini ha giurato sui vangeli di “essere fedele al [suo] popolo”. Una scena inimmaginabile al tempo della Lega delle origini. Certamente, la mistica pagana difesa dal suo fondatore, Umberto Bossi, è scomparsa da tempo, e localmente, il partito si è avvicinato poco a poco agli elementi più conservatori del clero. Mai nessuno dei suoi dirigenti era arrivato tanto lontano.

Salvini, che fino allora non aveva mai giocato a fare il chierichetto, quel giorno era in piena forma; con un rosario in mano, risultava molto convincente nel ruolo di cattolico intransigente.

Verona, il laboratorio di Fontana

Più che un uomo di apparato, Lorenzo Fontana vuole essere l’anima intellettuale del movimento. In un discorso pronunciato a Parma, il 21 maggio 2017, per il congresso nazionale del partito, aveva fatto conoscere il suo credo: “Siamo contro l’Europa della francomassoneria, contro l’Europa delle finanze, contro l’Europa di Soros [Georges Soros, uomo di finanza multimilionario americano di origine ungherese], contro coloro che vogliono l’invasione islamica dell’Europa, con il pretesto che gli europei ormai non hanno figli”, aveva iniziato, prima di aggiungere: “Vogliamo un’Europa in cui il matrimonio è tra un uomo e una donna, in cui i bambini si fanno con una mamma e un papà. Le altre sono cose vergognose, non voglio neanche sentirne parlare”.

In nome delle “tradizioni” e dell’“identità”, Fontana chiamava a un’alleanza europea, addirittura mondiale, contro “la massoneria di Bruxelles che vuole distruggerci”. Fautore di un’Europa “le cui radici sono nate nella battaglia di Lepanto” (cioè nel combattimento dell’Europa cristiana contro l’Impero ottomano, nel XVI secolo), Fontana era naturalmente molto a suo agio nei media ultraconservatori della capitale, che, sommessamente, sentono la mancanza del predecessore di papa Francesco, Benedetto XVI, giudicato più conservatore.

Città molto di destra, Verona ha visto come si imponeva, in questi ultimi anni, un discorso sempre più radicale, con l’assenso di un’ampia parte della popolazione

Però non è a Roma dove meglio si percepiscono gli effetti del suo progetto politico. Per questo bisogna rivolgersi alla città di Verona, nel nord est del paese, dove ha dato i suoi primi passi in politica ed era, ancora alcuni mesi fa, il numero due della formazione. Qui, lontano dallo scranno del potere e del Vaticano, la frangia più conservatrice della Lega ha le mani libere. E il lavoro realizzato sul terreno dei “valori” non data da ieri. Città molto a destra in una regione conservatrice, la regione veneta, Verona ha visto imporsi, in questi ultimi anni, un discorso sempre più radicale, con l’assenso di un’ampia parte della popolazione.

La scorsa primavera, precisamente quando i negoziati entra la Lega e il M5S erano al culmine, il rettore dell’università di Verona annullava una giornata di studio dedicata alle problematiche delle persone della comunità LGBT richiedenti asilo.

Alla fine, dopo una nostra mobilitazione, la giornata ha avuto luogo senza incidenti in settembre, però la cosa più interessante è senza dubbio segnalare che, in questa circostanza, la Lega e Forza Nuova, senza unire i loro sforzi, difendevano identiche rivendicazioni. E non è la prima volta”, segnala il politologo Massimo Prearo (università di Verno). “Davanti a questa ampia maggioranza ultraconservatrice e a quei militanti molto mobilitati, la sinistra non è immobile. Però, per il momento, è molto emarginata… Più in generale (…) l’intelligenza della Liga e dei suoi alleati sarebbe stato tenere un discorso positivo per tutto un elettorato cattolico abbandonato. Hanno identificato una considerevole riserva di voti, e hanno fatto progressi in questa direzione”.

Lotta contro l’aborto

Su questo argomento, la Chiesa è molto discreta. Ormai non si vedono preti nelle prime file degli/delle eletti, come nei migliori tempi della democrazia cristiana. Ma è altrettanto certo che le mobilitazioni contro le unioni omosessuali e i discorsi sul genere (o “a favore della famiglia”) sono apertamente incoraggiate. Si afferma la solidarietà, si forniscono i locali… Massimo Prearo vede in questo una tendenza profonda: “Quando Matteo Salvini annuncia che, nei moduli amministrativi, farà in modo che torni ad esserci scritto “madre” e “padre” invece di “genitore 1” e “genitore 2″, dà l’impressione che si tratti solo di una sofisticheria. In realtà è qualcosa di centrale”.

E poi c’è la questione del diritto all’aborto, che, senza essere oggetto d’attacco a livello nazionale, continua ad essere il principale cavallo di battaglia degli ambienti cattolici conservatori. Il 4 ottobre, a Verona, il consiglio municipale votava una risoluzione “per la prevenzione dell’aborto e il sostegno alla maternità”, e dichiarava la città “favorevole alla vita”. Anche la responsabile locale del Partito Democratico ha votato a favore.

Per far sentire la loro protesta, delle militanti femministe hanno organizzato una performance. Una decina di loro ha assistito in silenzio alla votazione, nella sala del Consiglio, vestite come i personaggi de la serie La storia della cameriera, adattata dal racconto di fantascienza di Margaret Atwood. Le foto faranno il giro del mondo.

Come si può dire che il problema [della natalità in Italia] è l’interruzione volontaria della gravidanza? Il vero problema è che attualmente c’è una vera offensiva contro le donne”

E’ stata una buona mossa da parte loro”, riconosce il sindaco della città, Federico Sboarina (senza partito, proveniente dal movimento postfascista Alleanza Nazionale). “Però in realtà, non vedo ragioni per protestare: proclamando la nostra volontà di aiutare le madri, non facciamo altro che rispondere al progetto iniziale della legge 194, che depenalizza l’aborto”.

Questo discorso non convince le associazioni femministe, che accusano gli antiabortisti di fare le cose di nascosto. “Qui l’obiettivo non è aumentare la natalità; e neanche aiutare le madri. Si tratta prima di tutto di portare avanti una battaglia culturale”, protesta la ginecologa e militante femminista Maria Geneth. “In Italia la natalità è in caduta libera mentre il numero degli aborti è diminuito del 63% dall’adozione della legge nel 1978. (…) Come si può sostenere che il problema sia l’interruzione volontaria della gravidanza? Il vero problema è che attualmente c’è una vera offensiva contro le donne”.

Dopo aver dichiarato, quando è arrivato al Ministero della Famiglia, che le famiglie omosessuali “non esistono”, attirandosi le ire dei numerosi membri della coalizione, Lorenzo Fontana è stato più discreto in questi ultimi mesi. In Parlamento, il discorso sulla famiglia è difeso da un senatore, Simone Pillon, creatore de Family Day (specie di Manif pour tous[1] all’italiana), che ha proposto una riforma del sistema di affidamento dei bambini e bambine che le associazioni femministe considerano come un tentativo d’impedire alle donne di chiedere il divorzio.

Fino a pochi mesi fa, Pillon era conosciuto solo come attivista tradizionalista dei dintorni di Perugia, dove la Lega non aveva mai smesso di essere marginale. Oggi è una delle facce nuove di questo partito di estrema destra di tipo nuovo, che prende forma intorno a Matteo Salvini ed ha l’ambizione, a breve, di assumere il potere in esclusiva.

* L’autore, Jérôme Gautheret, è corrispondente a Roma del giornale francese Le Monde. L’articolo è uscito con il titolo “L’Italia sotto lo stivale degli ultraconservatori”

traduzione di Rosa Maria Coppolino

Nota:

[1] La manif pour tous (LMPT, in italiano, «la manifestazione per tutti») è il principale collettivo di associazioni che ha organizzato le maggiori manifestazioni in opposizione al matrimonio omosessuale in Francia;

La fonte è:

http://piensachile.com/2018/12/italia-bajo-la-bota-de-los-ultraconservadores/?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Suscripciones%3A+piensachile+%28piensaChile%29

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *