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Cronaca del Gran Gala del Futuro – 18 Maggio, Milano Transfemminista

Non Una Di Meno e Milano Antirazzista, Antifascista, Meticcia e Solidale, promotrici del corteo Gran Galà del Futuro, rivendicano l’azione del 18 maggio in piazza Duomo con cui è stato calato lo striscione: “Restiamo umani” durante il comizio di Salvini e degli alleati sovranisti Europei. 

Abbracciamo il futuro, estinguiamo il fascismo! 

Con queste parole 20.000 persone hanno rifiutato di lasciare Milano in preda alle tenebre oscurantiste di Salvini, Le Pen e gli alti negazionisti, portando invece in piazza i colori, le voci i corpi e tutta l’irriverenza della Milano Antifascista, Transfemminista, Antirazzista e Ecologista. 

Ieri siamo arrivate ovunque: in piazza del Cannone, con un presidio artistico che ci ha ricordato che la cultura non è mai una ed univoca ma multiculturale, collettiva e partigiana; in piazza Cairoli, da cui abbiamo dato vita ad un corteo oro e fucsia che ha simbolicamente accerchiato piazza Duomo tracciando una linea divisoria netta tra la barbarie e i diritti; nella stessa piazza Duomo, dove una nostra attivista ha indossato il pañuelos fucsia, simbolo della lotta transfemminista, mentre partecipava all’azione dal balcone privato affacciato proprio sul comizio della vergogna. “Restiamo umani”, abbiamo scritto sullo striscione calato in faccia a Salvini insieme ad un nostro nuovo e potente alleato: Zorro! 

Restare umani, esortazione cara a Vittorio Arrigoni che così chiudeva le sue testimonianze da Gaza, è un messaggio oggi pericoloso per l’ordine pubblico, tanto da scatenare la rimozione dello striscione e l’identificazione di Zorro e della nostra compagna. Vediamo ancora una volta in azione un metodo repressivo e securitario, lo stesso che hanno agito la Digos entrando nelle case per rimuovere gli striscioni e il provedditorato che ha sospeso l’insegnante di Palermo. Un metodo che viene da una deriva fascista che oggi leggiamo nel dl sicurezza bis e nella reistituzione dei lager di stato, come la prossima a apertura del Cpr in via Corelli a Milano dimostra. 

Non ci stancheremo di denunciare la deriva autoritaria in atto in questo paese.

Coloro contro cui lottiamo sognano un ritorno al nazionalismo, al razzismo, alla misoginia e all’omo-bi-transfobia e permettono lo sfruttamento dellae risorse naturali, della terra e degli esseri viventi fino a minacciarne l’estinzione per gli interessi dei grandi capitali. 

Noi vogliamo un futuro più libero e degno per tutte e tutti, umani e non. Siamo consapevoli che ieri è stato solo un piccolo passo, ma invitiamo la Milano antirazzista, antifascista, transfemminista e ecologista a continuare da qui il suo cammino verso l’infinito e oltre.

Le tappe del Gran Galà del Futuro:

    

In piazza Cairoli abbiamo accolto gli alieni, per ricordare che il diverso non deve spaventarci, e abbiamo lasciato delle barchette di carta nella fontana davanti al Castello come simbolo della nostra solidarietà alle persone migranti, la cui unica salvezza sono le barche europee, non i campi libici.

Piazza Cadorna è stata rinominata piazza Marielle Franco, in onore dell’attivista nera, bisessuale, impegnata per la scolarizzazione delle favelas brasiliane, uccisa da alcuni sicari a Rio de Janeiro.

In Via de Amicis abbiamo incontrato sul nostro percorso molti di quegli striscioni calati dai balconi ribelli che hanno messo chiaramente nero su bianco il rifiuto della città alla Lega ladrona, oltre che razzista, fascista e sessista. La pretesa del governo di togliere lenzuola appese da case private è solo il sintomo di una deriva autoritaria molto pericolosa, che potrebbe giungere a compimento in caso di approvazione del decreto sicurezza bis,in discussione alla Camera lunedi e a cui ci opporremo con tutte le nostre forze.

In Piazza della Resistenza Partigiana abbiamo “fatto il bucato” e steso in pubblica piazza i panni sporchi di un governo vergognoso: “Questa Lega è una vergogna” si poteva leggere su magliette e pantaloni appesi. 

Il corteo ha potuto applaudire un ospite d’eccezione: Mimmo Lucano in collegamento dalla Calabria ! Il modello di accoglienza di Riace da cui ora Mimmo è esiliato è stato in grado di dimostrare come esista un’alternativa al caporalato, allo sfruttamento, allo spopolamento del Sud  e alla guerra tra poveri: vogliamo esportarli in tutta Italia! Uno striscione aperto spiegava molto chiaramente come i CPR siano invece dei nuovi lager, da chiudere e impedire a tutti i costi.

Non è mancato anche un abbraccio collettivo alla professoressa di Palermo, sospesa per il lavoro di ricerca storica, riflessione, capacità di pensiero critico e presentata dagli studenti sotto forma di slide/video in linea con gli articoli della Costituzione italiana Antifascista nella giornata della memoria proponendo un paragone tra le leggi razziali del ventennio e il decreto sicurezza: abbiamo voluto trasmettere con tutti i watt dell’impianto della manifestazione l’audio del filmato, perché chi non ha MEMORIA non può avere FUTURO.

Nei pressi di Piazza Vetra, luogo in cui è stata uccisa Rosetta nel 1913 e tante altre donne accusate di stregoneria nel 1600, abbiamo ricordato come la violenza contro le donne e di genere continui ad uccidere. Tra il 1 agosto 2017 e il 31 luglio 2018 in Italia sono state uccise 120 donne, di cui 92 dal partner o da un familiare.

Poco prima della fine della manifestazione, ci siamo collegate con le persone impegnate in un girotondo per Silvia Romano al Parco Trotter. Abbiamo unito a loro la nostra voce: rivogliamo Silvia a casa subito e la rivogliamo viva, Non Una Di Meno! L’attuale governo dovrebbe pensare a lei, non alla campagna elettorale. 

Davanti all’Ospedale Maggiore abbiamo ricordato che il diritto ad un aborto libero sicuro e gratuito si può perdere: è successo in Portogallo nel 2015 e sta succedendo oggi negli USA con l’ultima legge antiaborto approvata in Alabama. Nei pressi del Centro di Aiuto alla Vita, insediato come un parassita all’interno dell’ospedale pubblico, abbiamo denunciato il tasso di obiezione di coscienza in Italia e i contintui attacchi al diritto di aborto.

Il corteo è terminato ai giardini della Guastalla dove dall’alto di un ponteggio accanto dell’Università è stato calato un grosso striscione che dava il benvenuto al futuro che noi rappresentiamo.

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