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A chi conviene lo Student Hotel?

Da circa un anno il progetto “The Student Hotel” (THS) è sbarcato in Italia. Si tratta di una catena privata internazionale di studentati di lusso con «camere di design, sorprendenti spazi di co-working, un ristorante stellare e una lussuosa palestra». THS ha sede in Olanda, si rivolge al mercato degli studenti fuori sede e si presenta in una veste smart: gli spazi di questi studentati privati vengono presentati come «pensati per stimolare la creatività» e favorire amicizie e divertimento.

L’azienda, fondata grazie all’intervento di fondi speculativi, come gli inglesi di Aermont Capital Llp, possiede già strutture in città come Amsterdam e Barcellona, dove ha già attivato due studentati, ma anche a Rotterdam, Parigi, Dresda, e ha annunciato l’arrivo anche Berlino per l’autunno del 2019. Si tratta soprattutto di città universitarie, dalla spiccata vocazione turistica e, soprattutto, luoghi core dello sviluppo europeo a trazione in buona parte settentrionale. Nei suoi studentati per ricchi, TSH affitta le proprie camere, per la durata massima di un anno, a prezzi altissimi e perciò fuori mercato per la stragrande maggioranza degli studenti: si parla di almeno cinquanta euro a notte in doppia e perfino più di cento per un monolocale o una singola!

Per quanto riguarda l’Italia, l’azienda olandese ha aperto a Firenze, in zona Lavagnini, nel luglio 2018 e sta progettando future espansioni sempre nella stessa città, per un totale di ben tre strutture, così come ben avviati sono i progetti per Bologna e, dopo un’iniziale ma trascurabile battuta d’arresto, Roma. Inoltre, una volta ultimati i progetti in agenda, THS conta di aprire strutture in molte della maggiori città universitarie e turistiche italiane, come per esempio Torino, Milano o Pisa.

In una dichiarazione rilasciata nel 2018, il fondatore e principale finanziatore della catena, lo scozzese Charlie MacGregor, ha annunciato che nei prossimi anni saranno aperti ben 13 studentati a marchio TSH in Italia, andando quindi a inserirsi anche nel mercato turistico: sempre con spirito giovanilista e una retorica che invita a scoprire «lo studente che è in te», sono infatti previsti anche soggiorni particolarmente brevi nelle strutture. Dunque, una vera e propria macchina da soldi che guarda agli universitari, ma non si preclude altri settori sociali come proprio riferimento, come i liberi professionisti e i viaggiatori facoltosi.

Da sempre gli studenti, in particolare quelli fuori sede, rappresentano un anello particolarmente debole tra le fasce della popolazione che devono prendere un appartamento in affitto. Lo studente non si trova praticamente mai nella condizione di poter intavolare trattative sul canone di affitto con il padrone di casa, che da parte sua sa di poter sostituire l’affittuario in un tempo relativamente breve a causa della pressione esercitata sul mercato dalla domanda; in più, il poter dividere l’affitto dell’immobile in più unità tante quante sono le stanze, permette di fare in modo che questo venga spalmato su più nuclei familiari, e non soltanto su uno come quando si affitta a famiglie, tendendo al livellamento verso l’alto alto del canone. Gli studenti universitari rappresentano quindi una fetta di popolazione altamente ricattabile; tenendo costantemente alti i prezzi degli affitti nelle zone studentesche, si finisce per espellere da questi quartieri i lavoratori a basso reddito che non possono permettersi di affittare interi appartamenti allo stesso prezzo di un gruppo di universitari. Si potrebbe dire, con una provocazione, che i fuori sede rappresentano una specie di cavallo di troia della gentrificazione.

A Roma, nello specifico, ci troviamo in una situazione disastrosa per quel che riguarda la situazione abitativa: parliamo di circa 400€ al mese per stanza nelle zone limitrofe agli atenei, o più comunemente considerate zone universitarie. Così la presenza di THS andrebbe a portare un ulteriore elemento nel panorama abitativo del quartiere di San Lorenzo e dintorni, provocando un aumento del valore immobiliare dell’intera zona, e quindi dei prezzi anche della singola stanza, e soprattutto “importando” una fascia di popolazione ad alto e altissimo reddito, che poco o nulla ha a che fare con il quartiere come oggi lo conosciamo., stravolgendone prevedibilmente gli equilibri.

La vicenda legata all’apertura della versione romana di THS è stata strettamente legata ai destini dell’Ex Dogana di viale dello Scalo San Lorenzo 10. In questi locali infatti trovava residenza una delle realtà di maggior successo della movida romana: gli spazi di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti sono stati trasformati in discoteca per essere “riqualificati”, e adesso, con la chiusura di quell’esperienza e il trasferimento del locale in zona Portonaccio, si è finalmente pronti per affidare la struttura alla società olandese. 

L’hotel, prezzi alla mano, è pensato per attrarre studenti ricchi a discapito di tutti coloro che non possono permettersi una vita universitaria di lusso, quella che vorrebbero farci credere possibile tutti coloro che parlano della fantomatica “Generazione Erasmus”. Si amplia così il divario in termini di possibilità tra chi ricchi e poveri, alla stregua di quello che si sta definendo tra università di serie A e di serie B, dove le seconde sono da intendersi ormai come meri “laureifici”, mentre le prime finiscono per depredare gli studenti dei territori periferici del paese – in particolare del Sud – per trasferirli in centri dove la pressione delle aziende sugli atenei si fa sempre più forte.

Il governo continua a stanziare fondi irrisori per le Università, concentrandosi sui cosiddetti “poli di eccellenza”, mentre l’Unione Europea plaude soddisfatta, in quanto le sue stesse politiche riproducono a livello continentale le logiche di brain draining che avvengono nel nostro paese oramai da troppo tempo. A nostro avviso, il “The Student Hotel” va proprio nella direzione della creazione di un università “élitaria”, che passa anche dal ripensamento degli spazi cittadini e la loro conseguente normalizzazione, anche a colpi di gentrificazione forzata. Non a caso infatti queste strutture aprono soprattutto in città dove sono presenti quelli che definiamo atenei di serie A, Bologna su tutte dove abbiamo già avuto modo di denunciare il progetto, mentre difficilmente ci si può immaginare una loro espansione anche in molte città universitarie del sud, sempre più martoriato dall’emigrazione giovanile.

Il fenomeno “The Student Hotel” per essere compreso appieno deve quindi essere inserito nel quadro “europeo” di un’alta formazione sempre più escludente per la maggior parte degli studenti. È evidente come un simile progetto si sposi perfettamente con la retorica della “flessibilità”, quel destino di continua emigrazione che, a detta dei maggiori  policy maker targati Ue, i giovani dovrebbero far loro senza tante storie – destino che si rivela essere una serie di spostamenti continui alla ricerca di prospettive, che di solito hanno la durata di pochi mesi.

M sono in pochi a poter sostenere uno stile di vita simile, dedicandosi solo allo studio e quindi aspirare a poter emergere nella futura élite continentale. A questo pubblico è rivolto THS. A tutti gli altri studenti, non rimane che il mercato privato e un’orizzonte di precarietà, dove rispettivamente i prezzi sono spesso fuori portata  e il diritto allo studio appannaggio delle zone “di traino” del centro-nord, eccezioni permettendo. Di conseguenza, questa visione-del-mondo applicata all’università non può garantire l’accesso a tutte le fasce della popolazione, e anzi favorisce lo svuotamento delle università del Mezzogiorno.

C’è qualcuno a cui conviene lo Student Hotel. La società olandese, i costruttori, i palazzinari di Roma, chi trae profitti dalla movida locale, i teorici del “decoro” urbano e dei centri-vetrina, i promotori delle università di élite.

Mentre no, a dispetto del nome, a troppi studenti non conviene. Ciò che invece servirebbe sono studentati dignitosi, accessibili economicamente e numericamente adeguati, con servizi alla portata di tutti in un’università pubblica e di qualità. Insomma, tutto il contrario di questo “Resort metropolitano”.

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