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Val di Susa. L’intelligence al lavoro contro il Movimento No Tav

La decisione del governo di procedere con il Tav in Val Susa e l’annuncio delle mobilitazioni popolari del Movimento No Tav, stanno suscitando l’allarme e le “attenzioni” sia della magistratura che degli apparati di sicurezza dello Stato. A Torino circola la voce dell’apertura di un fascicolo da parte della Procura, disposta dal procuratore facente funzioni Paolo Borgna, che tuttavia non intende parlare di «indagini in corso». La guardia è alta: il via libera del governo ai cantieri della Torino-Lione sono il «detonatore che può inasprire le violenze», rivela al Sole 24 Ore un anonimo investigatore dell’Antiterrorismo.

Il comunicato del Movimento No Tav contro la decisione del governo di andare avanti con la devastante grande opera, viene percepito e spacciato come una “minaccia”..

“Conte dimostra di non conoscere la determinazione del movimento No Tav, sa che la Torino-Lyon non serve a nulla, sa che si creerà un problema di ordine pubblico, ha ben chiaro che «perderà tanti voti e rispetto politico ma non conosce la nostra determinazione”. Ma fin qui siamo sul piano di una legittima valutazione politica.

Nelle veline diffuse dai servizi di sicurezza (e i giornalisti che si prestano a fargli da megafono) si dicono preoccupati di un altro passaggio del comunicato quando afferma che “adesso fermare il cantiere tocca a noi e dimostreremo fin da subito la nostra vitalità”. Quel passaggio in realtà scrive testualmente questo: Dimostreremo fin da subito la nostra vitalità, con il festival Alta Felicità che prenderà il via giovedì portando migliaia di notav nella nostra Valle, e che porteremo tutti insieme a vedere il cantiere sabato pomeriggio! Fermarlo è possibile, fermalo tocca a noi”!

Comunque per chi volesse sapere cosa dice esattamente il Movimento No Tav e non farsi ingannare dalla disinformazione qui il comunicato integrale del movimento.

Gli spioni e gli analisti dei servizi si sono subito messi all’opera sui messaggi e commenti apparsi sul web e sui quali sono stati avviati accertamenti, con l’analisi informatica dei metadata.

L’allarme rosso degli apparati di sicurezza è scattato sulla manifestazione di sabato, bollinata in rosso dalla Digos e dai servizi sicurezza. Le adesioni alla manifestazione di sabato provenienti da altre regioni e dall’estero, vengono subito descritte come anarchici in arrivo segnalati da Francia, Spagna e Svizzera.

Secondo gli apparati dello Stato il movimento No Tav agirebbe su tre fronti: quello istituzionale che ha visto in prima fila alcuni sindaci e i leader storici del movimento; quello che fa riferimento agli autonomi, che si è sempre mosso con manifestazioni e azioni dirette in Val di Susa; e quello anarchico, che agisce con azioni di sabotaggio delle opere.

Di fronte a questo scenario di guerra sul fronte interno in Val di Susa (perché a questo allude il linguaggio e la visione degli apparati repressivi) preferiamo rispondere con le parole del Movimento No Tav: “Noi invece sapremo sempre cosa fare, proseguendo la nostra lotta popolare per fermare quest’opera inutile ed imposta. Lo faremo come abbiamo sempre fatto mettendoci di traverso quando serve e portando le nostre ragioni in ogni luogo di questo Paese, che siamo convinti, sta con noi”.

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