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Diritto all’abitare: è giunta l’ora della svolta. Venerdì 18 ottobre manifestazione nazionale a Roma

Dal famigerato “piano casa” del governo Renzi varato nel 2014, ideologicamente connotato dall’articolo 5 che vietava e vieta tuttora la residenza anagrafica a chi non è in grado di dimostrare un titolo di possesso dell’abitazione dove risiede abitualmente, si sono viste solo dismissioni del patrimonio pubblico, sfratti e sgomberi.

Assolutamente assente una politica della casa e della tutela del territorio. Con conseguente consumo di suolo, rafforzamento della rendita parassitaria e svuotamento dei processi partecipativi nel disegno urbanistico del paese. E con risorse impegnate nel sostenere grandi opere piuttosto che il diritto all’abitare, soprattutto per chi è in emergenza abitativa e chi è stato colpito da eventi tragici come terremoti o esondazioni.
Ora la nuova ministra annuncia un nuovo piano casa. Finora lo stato non ha stanziato finanziamenti per l’edilizia residenziale pubblica ed ha evitato di avere una visione seria del fabbisogno abitativo necessario.

Il libero mercato ha squilibrato in maniera eclatante il panorama alloggiativo esistente mettendoci di fronte ad un gran numero di alloggi vuoti che potrebbero essere destinati a chi ne ha bisogno e invece rimangono solo case di carta, utili solo per speculazioni fondiarie ed operazioni bancarie: la rigenerazione urbana o parte da qui o rischia di essere un’altra maschera della speculazione.
Invertire la rotta, svoltare, come ha affermato il governo da poco insediato, vuol dire anche affrontare questo tema con le risorse necessarie e senza farla passare in secondo ordine rispetto a misure palliative dell’indebitamento delle famiglie a causa della bolla del mercato immobiliare. Soprattutto non può riproporsi un uso dell’intervento pubblico affidato all’iniziativa dei privati, come accaduto sulla vicenda dei piani di zona e dell’edilizia agevolata.
Per questo intendiamo con questa prima mobilitazione nazionale porre la questione con la necessaria forza. Riteniamo importante che la ministra De Micheli accetti il confronto e si disponga positivamente ad incontrarci, dando così un segnale materiale di un reale cambio di passo.
In questa manifestazione saranno presenti diverse delegazioni da molte città italiane e dai territori che si sono mobilitati in difesa del diritto all’abitare, contro il consumo di suolo e contro le diseguaglianze sociali, comprese le forme di discriminazione originate dall’articolo 5 sulle residenze (che ha inaugurato la stagione della guerra ai poveri) e da una legislazione che limita l’accesso alla casa popolare per la popolazione migrante.
Siamo convinti che la casa come il reddito sono due priorità assolute e quindi va rimodulata un’idea di welfare che garantisca una qualità della vita degna e che non si accentuino le disparità sociali, provocando così tensioni che poi vengono utilmente strumentalizzate da chi è interessato solo ad una guerra tra poveri per fini elettorali e di consenso spicciolo.
Abbiamo una piattaforma chiara e la sottoporremo alla ministra se si orienterà ad incontrarci e siamo ostinatamente certi che la questione casa non è una questione di ordine pubblico, come invece vuole far intendere il “patto sulla sicurezza urbana” sottoscritto dal Prefetto di Roma, dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma, con il cronoprogramma degli sgomberi capitolini. Peraltro senza soluzioni.

Salvini ha alimentato questa spinta in continuità con quanto già espresso da Minniti e ora l’interrogativo su come proseguire è nelle mani del governo della svolta. Manganelli o case? Rispetto del territorio o nuovo cemento? Confronto o decretazione securitaria?
Vogliamo che si apra una nuova stagione del diritto all’abitare, che venga varato un vero piano decennale nazionale di un milione di case pubbliche, senza nuovo consumo di suolo, il finanziamento di una nuova Gescal, l’abolizione dell’art. 5 e di tutti i decreti Minniti e Salvini sulla sicurezza.
Ci vediamo a Porta Pia!

Associazione Inquilini e Abitanti – USB
Movimenti per il diritto all’abitare

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