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L’Italia ritirerà la batteria di missili dalla Turchia. Ma non prima di dicembre

Alla fine il governo italiano ha deciso di ritirare dalla Turchia la batteria di missili antimissile Samp-T e i 130 militari italiani che vi erano addetti. La batteria era stata installat al confine tra la Turchia e la Siria nell’ambito della missione della Nato “Active Fence” con l’esplicito compito di “proteggere la Turchia da attacchi siriani” (sic!).

L’annuncio è stato dato dal sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo, rispondendo ad un’interrogazione in commissione Difesa alla Camera.

L’ impiego della batteria antimissile era iniziato nel 2016 ed era stato autorizzato dal Parlamento per tutto il 2019. L’operazione “rientra nel quadro del sistema di difesa che la Nato garantisce a tutela delle popolazioni dei Paesi europei membri dell’Alleanza” ha precisato Tofalo.

Alla scadenza del 31 dicembre, il sistema ed i 130  militari rientreranno quindi in Italia. La partecipazione militare italiana in Turchia aveva avuto inizio nel giugno 2016, a seguito del ritiro dei Patriot americani e tedeschi schierati a Gaziantep e Kahramanmaras.

Ma il governo italiano non ha preso questa decisione per un improvviso impeto di coraggio politico contro la Turchia. Infatti ha atteso il via libera dalla Nato che però aveva girato la decisione finale ai singoli governi nazionali impegnati nella missione Active Fence. “Da diversi anni la Nato fornisce misure di garanzia alla Turchia  attraverso la “rotazione dei Paesi”, come avviene già ad esempio con la batteria italiana di missili Samp-t e con i Patriot spagnoli. Aveva detto due giorni il segretario della Nato Stoltemberg, “Credo che nonostante le divergenze tra gli alleati, dobbiamo essere capaci di attuarla” sottolinea Stoltenberg aggiungendo che la decisione sul da farsi “era nazionale e saranno i Paesi a dire cosa vogliano fare”.

Adesso il governo italiano ha preso la decisione, ma per vedere rientrare la batteria antimissile – che ha “protetto” la Turchia da una mai avvenuta né prevedibile aggressione siriana, semmai è accaduto il contrario – occorrerà aspettare il 31 dicembre. E in quel quadrante in due mesi di cose ne possono accadere tante.

 

 

 

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