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A Verona non si può fare Storia; solo propaganda fascista…

Una delle cose più intollerabili della cultura diffusa del presente è il “rovescismo storico”. Ossia quell’infame rovesciamento delle responsabilità tra le parti politiche dell’Occidente in merito a questa o quella tragedia storica.

La moda del momento, nell’estrema destra come nello “schieramento liberale” (di centrosinistra, dicono loro di sé), va persino oltre l’equiparazione tra nazismo e comunismo, votata con apposita risoluzione dal Parlamento Europeo, con l’entusasta adesione dei fascisti (che evidentemente ritengono se stessi, per qualche oscuto motivo e ignoranza, “diversi” dai nazisti).

Il sindaco di Verono, Federico Sboarina, è di quelli che vanno spesso ben al di là interpretando il proprio ruolo come quello che “coadiuva” oppure censura la ricerca storica. A seconda del profilo culturale dei ricercatori e con grade afflato filofascista.

In questo solco, tra le sue iniziative più recenti, c’è il divieto opposto alla concessione di una sala comunale per la conferenza “Storia del confine orientale. Esodo istriano e dintorni. Spostamenti di popolazioni in Istria e Trieste”. Non a causa del titolo, ma dell’identità del principale relatore, lo storico Sandi Volk, i cui testi i nostri lettori hanno avuto spesso la fortuna di poter conoscere.

Alla letterina che motivava il rifiuto, Sandi Volk ha risposto da par suo, svelando l’intenzione politica e la ben scarsa conoscenza storica del primo cittadino della sfortunata città di Giulietta.

*****

Spett.

dott. Federico Sboarina

Sindaco di Verona

Oggetto: motivazione diniego utilizzo sala comunale per conferenza “Storia del confine orientale. Esodo istriano e dintorni. Spostamenti di popolazioni in Istria e Trieste”

Spettabile,

leggo nelle motivazioni che hanno indotto la sua amministrazione a negare agli organizzatori l’utilizzo della sala “Nicolo Tommasoli” per la conferenza in oggetto che ciò è avvenuto perché il carattere dell’iniziativa sarebbe in contrasto con i valori di libertà, giustizia, eguaglianza, fraternità e solidarietà iscritti nello Statuto Comunale della sua città e con la legge istitutiva del Giorno del Ricordo, in particolare con il suo intento di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

Il tutto a causa, oltre che del titolo dell’iniziativa, anche per le “note posizioni espresse dal relatore”.

Quest’ultima affermazione mi ha colpito personalmente. Perché significa che le mie posizioni sarebbero in contrasto, oltre che con il testo della legge sul Giorno del Ricordo, anche con i valori di libertà, giustizia, eguaglianza, fraternità e solidarietà.

E questo non glie lo permetto perché è un affermazione per me offensiva, dato che sono esattamente i valori per la cui concreta realizzazione mi batto da sempre. Contro chi sobilla all’odio tra i popoli rifacendosi, apertamente o meno, ad ideologie – quella nazista e fascista, ma non solo – che su tale odio hanno costruito le loro fortune politiche causando la tragedia della seconda guerra mondiale, di cui l’esodo istriano è stato una delle conseguenze.

L’ho fatto anche attraverso l’esercizio della libertà di ricerca storica, anche sulla questione dell’”esodo”. Sono, credo, il primo che abbia scritto in maniera scientifica, documentata, sulla questione del destino dei profughi istriani e dalmati dopo aver lasciato le loro terre, mettendo in rilievo anche gli episodi poco nobili e le strumentalizzazioni di cui istriani e dalmati sono stati vittime.

Sono queste le “note posizioni” che danno fastidio? Se ce ne fossero altre la pregherei di citarmele, anche se dubito che lei o qualcuno di coloro che ha steso il testo del diniego della sala abbia mai letto una riga di quanto ho scritto.

Quanto alla divisività del titolo credo che il problema stia in realtà nel sottotitolo: “perché la propaganda della destra fascista non soffochi la ricerca e la ricostruzione storica”. Ma combattere chi cerca, attraverso il Giorno del Ricordo, di replicare l’aizzamento all’odio tra i popoli praticato dal fascismo non solo non è divisivo, ma risponde pienamente proprio ai valori e alle norme a cui ci si richiama per negare la sala.

La sua amministrazione, decidendo di impedire l’utilizzo di una sala pubblica per contrastare la propaganda di chi oggi incita all’odio tra i popoli, si è di fatto schierata dalla parte di quest’ultimi.

Ci può essere scelta più “divisiva” di questa?

Delle sue scelte lei porta l’intera e totale responsabilità. Per quanto mi riguarda continuerò ad esprimere le posizioni che ritengo più giuste, documentate e corrette, anche se non piacciono a chi vive sulle menzogne e le invenzioni. Forse in fondo dividersi tra chi libertà, giustizia, fraternità, eguaglianza e solidarietà le sostiene davvero e chi le cita solo per negarle è giusto ed inevitabile.

In fede

Sandi Volk

Trieste, 17/1/2020 La locandina di indizione della conferenza: storia del confine orientale

La lettera di diniego del Comune di Verona

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